5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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Le poesie sono collages di parole.
La mente serve a gestire relazioni.
Gli umani amano adorare in gruppo.
Chi vuole tutto o niente, niente avrà.
Dobbiamo sforzarci di capire chi non capisce.
I primi della classe sono antipatici ai non primi.
Ogni giorno vissuto è un giorno in meno da vivere.
Invece di viverla, passò la vita cercando di capirla.
La società è così falsa che solo chi sa mentire sopravvive.
I malintesi possono avere effetti comici, drammatici e tragici.
Una forma è l'effetto sensibile di una formula o di un algoritmo.
Capire le logiche del proprio inconscio permette di correggerle.
Il conformismo inconsapevole è ciò che più accomuna le persone.
Se non siamo consapevoli che stiamo errando, non possiamo correggerci.
Nel bilancio morale ognuno pensa di aver dato più di quanto abbia ricevuto.
L'uomo è un animale capace di inventare storie e di credere in storie inventate.
Non può essere felice chi è costretto a nascondere le proprie idee e i propri sentimenti.
Le idee esistono in quanto idee, ma le cose che esse indicano sono in molti casi inesistenti.
Tutti abbiamo bisogno di essere amati, ma amare non è un dovere ed essere amati non un diritto.
I pensieri sono come i capelli. Se non li pettini ogni giorno e ogni tanto non li tagli, ti possono imbruttire.
Una persona è tanto più intelligente quanto più alto è il grado di complessità dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti.
Certo pensieri tendono a ripetersi finché non sono scritti. Infatti la scrittura è anche un modo per generare pensieri nuovi.
Grazie alla psicologia vedo conflitti interni ed esterni che prima non vedevo, e posso gestirli razionalmente e con poca ansia.
È difficile parlare della natura umana senza offendere qualcuno. E chi dice parole che non offendono nessuno non dice nulla di importante.
Noi tendiamo a condividere i sentimenti di amore e di odio delle persone che amiamo, e a non condividere quelli delle persone che odiamo.
Non cercare la felicità, dato che non esiste. Cerca piuttosto piccoli piaceri, e cerca di evitare, per quanto possibile, ciò che ti può far soffrire.
Il messaggio nascosto nella pubblicità è "io valgo più di tanti grazie a questo prodotto". Oppure "il possesso di questo prodotto aumenta il valore del proprietario".
Ogni umano deve conciliare tre volontà: (1) Ciò che vuole la propria coscienza. (2) Ciò che vuole il resto del suo organismo (inconscio). (3) Ciò che vogliono gli altri.
Nel supermercato della filosofia e della psicologia ognuno sceglie le verità più adatte alla propria personalità. Ce ne sono di tutti i generi, di tutte le taglie e di tutti i prezzi.
Spesso le persone si riuniscono per nessuno scopo particolare se non quello di stare insieme, di fare qualcosa insieme, un cosa qualsiasi, perché di ciò l’uomo ha un gran bisogno.
Per essere felici è importante avere ruoli, posizioni gerarchiche, poteri e valore personale adatti a sé, e riconosciuti e accettati da un numero di persone sufficientemente grande.
Invidia e gelosia sono il nostro pane quotidiano, sentimenti tanto forti quanto repressi, negati, mistificati; presenti anche nelle persone più insospettabili. Nemmeno io ne sono esente.
Purtroppo non tutti sono in grado di comprendere la complessità dei problemi, ovvero la molteplicità delle cause di ogni conseguenza e la molteplicità delle conseguenze di ciascuna causa.
La coscienza, non potendo considerare che poche idee e immagini alla volta, è un grande semplificatore (e quindi falsificatore) della realtà, la quale è molto più complessa di quanto un umano possa capire.
Per noi umani, libertà non è poter fare qualsiasi cosa, ma poter fare le cose che ci piace fare. In ogni caso, sia la natura, sia la società, limitano fatalmente le nostre libertà, e di conseguenza i nostri piaceri.
Per la felicità è meglio appartenere a un piccolo gruppo molto unito che a un grande gruppo poco unito. Ma il piccolo gruppo rischia di essere annientato dal gruppo più grande, invidioso dell'unità dell'altro.
Cosa intende chi dice "ho capito"? Secondo me per molti capire significa semplicemente assimilare un concetto nella propria visione del mondo, la quale può essere più o meno realistica e più o meno ingenua.
Il mio inconscio ragiona così: X non può avere ragione perché, se l'avesse, dovrei odiare chi amo, disprezzare chi apprezzo e ammettere di essere stupido, di aver sbagliato, di essere colpevole, di aver costruito la mia visione del mondo su fondamenta inconsistenti.
Secondo me la coscienza esiste solo negli esseri viventi. All'inizio (alla nascita dell'embrione) è piccolissima, debole e rudimentale, e nel tempo diventa sempre più grande, forte e sofisticata. In essa possiamo distinguere tre componenti: cognizioni, sentimenti e motivazioni.
Ogni insieme a cui apparteniamo ci appartiene in una certa misura, in quanto possiamo disporne per trarne dei vantaggi. Se non fosse così, non ci sarebbe alcun vantaggio, alcun interesse, a far parte di qualche insieme, e perciò non ne faremmo parte se non fossimo costretti a farlo.
Ciò che accade nella natura e nella società è il risultato di interazioni tra volontà interne agli esseri viventi a vari livelli di organizzazione, dalla cellula alla nazione. Tali volontà sono il risultato della composizione di bisogni e interessi più o meno simbiotici, sinergici e/o antagonisti.
Per quale livello intellettuale di lettori è stata scritta la Bibbia? A mio avviso per un livello molto basso, anche se preti e teologi vorrebbero farci credere che essa contiene messaggi che solo persone preparate ad hoc e di notevole intelligenza (come loro) possono interpretare e capire.
Dobbiamo fare di necessità virtù, nel senso che non dobbiamo combattere, ma assecondare ciò che è necessario in quanto imposto dalle leggi della natura. In questo consiste la virtù, anche detta saggezza, e il suo premio è il risparmio di lotte inutili e ancor più dannose dell'inevitabile.
La mente di un essere umano funziona in modo diverso a seconda delle persone con cui egli sta interagendo. Di conseguenza il suo comportamento, momento per momento, è influenzato in modo più o meno importante dagli interagenti attualmente presenti nel suo campo di interazione.
La società consiste essenzialmente in uno scambio di servizi, beni e denari necessari alla soddisfazione dei bisogni primari, regolato da norme imposte da alcuni e trasmesse e apprese consciamente e inconsciamente da tutti i suoi partecipanti. Tutto il resto dovrebbe servire a facilitare in vari modi tale scambio, ma a volte lo ostacola.
È fuori discussione che gli esseri umani facciano continuamente delle scelte, da quando sono nel grembo materno. Quello che si può discutere è se le scelte siano volontarie o involontarie, consapevoli o inconsapevoli. In altre parole, è discutibile se chi sceglie sia l'io cosciente o qualche meccanismo automatico, inconscio e involontario.
Qualcosa nella mente di ogni umano decide momento per momento quali sentimenti egli deve avere verso gli altri: amore, odio, apprezzamento, disprezzo, rispetto, insolenza, attrazione, repulsione, paura, fiducia, diffidenza, colpevolezza, vergogna, superiorità, inferiorità, rabbia, dolcezza, dominazione, sottomissione, ribellione, arrendevolezza ecc.
In questi giorni sto riflettendo sulle relazioni tra morale, competizione, conflitto, reazioni aggressive ecc. La buona gestione degli inevitabili conflitti (compresi quelli cognitivi) è importante per la buona vita. A mio parere, per ben gestire un conflitto bisogna salire di livello logico e ragionare in termini metaconflittuali. Rinunciare a confliggere non mi sembra utile.
Trovo interessante il fatto che i discorsi relativi alla morale sessuale riscuotano sempre un grande interesse e rivelino una marcata polarizzazione dei giudizi. Credo che ciò sia il sintomo di un problema che ci riguarda tutti e che né la modernità né la postmodernità hanno ancora risolto. In altre parole: la sessualità resta un grosso problema per la società in generale e per la nostra in particolare. Altri sintomi sono la diffusione e la vitalità della prostituzione e della pornografia dovunque non siano severamente proibite per legge.
I paradigmi filosofici del passato non sono in grado di affrontare l'attuale complessità scientifica, tecnologica, sociale, storica, politica (che include, ad esempio, il fallimento del fascismo e del comunismo e la crescente diffusione del populismo). Il fallimento dei paradigmi accademici favorisce uno sterile relativismo e un nichilismo distruttivo che sta causando il declino della nostra civiltà. Io credo che si possa uscire dalla attuale crisi intellettuale e morale attraverso una filosofia della complessità (E. Morin), una visione cibernetica e sistemica della vita (G. Bateson), una logica non aristotelica (A. Korzybski), una pragmatica neurologica dei sentimenti (A. Damasio) e una dialettica dei bisogni umani (L. Anepeta).
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