85 di 5050 aforismi scelti a caso e ordinati per lunghezza
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Vivere è pericoloso.
Nessuna vita è sicura.
La vita è involontaria.
La vita è un compromesso.
La vita è un gioco d'azzardo.
Ogni vita si nutre di altre vite.
La vita è interazione e consumo.
La vita è un conflitto di interessi.
Nella vita siamo tutti di passaggio.
Chi ama la vita non vuole cambiarla.
La vita costituisce entropia negativa.
Voglio fare della mia vita un romanzo.
La vita è un compromesso temporaneo.
Non si può vivere in un ambiente morto.
Tutto può essere utile, nulla sufficiente.
Moriremo senza aver capito cos'è la vita.
Voglio fare della mia vita un’opera d’ingegno.
La vita è una metafora del teatro, e viceversa.
La mia vita non mi appartiene, io le appartengo.
La mia vita è un esperimento di cui sono la cavia.
Ogni forma di vita è una strategia di riproduzione.
Invece di viverla, passò la vita cercando di capirla.
Ogni giorno vissuto è un giorno in meno da vivere.
La vita è basata sull'interazione e la riproduzione.
Cerca la tua strada, e se non la trovi, costruiscila.
Chiedersi quale sia il senso della vita non ha senso.
Nessuno ha il diritto di non soffrire e di non morire.
Invece di chiemermi perché vivo, mi chiedo per chi vivo.
L'uomo riproduce e si riproduce, con variazioni accidentali.
Abbiamo due doveri ai quali non possiamo sottrarci: vivere e morire.
La vita di un umano è un continuo incontro/scontro con altri umani.
La vita è bella e brutta, dipende dal punto di vista e dall'inquadratura.
La vita procede tra abitudini, distrazioni, scoperte, incontri e incidenti.
Vita: per rischi ed effetti collaterali, chiedere al vostro filosofo di fiducia.
La vita è un dramma di cui siamo al tempo stesso protagonisti e spettatori.
La vita di un individuo è causata dei suoi geni e serve alla loro riproduzione.
Non abbiamo scelto di nascere e, tranne in rari casi, non sceglieremo di morire.
Ogni giorno che passa è un giorno in più da ricordare e un giorno in meno da vivere.
La vita e la morte dell'individuo sono entrambe necessarie per la conservazione della sua specie.
Il modo più semplice e sicuro per ridurre il numero delle morti è ridurre il numero delle nascite.
Chi sono? Una vita tra tante che cerca di evitare il dolore e di godere di gioie non troppo costose.
Ogni essere vivente (compreso l'uomo) è il risultato dell'interazione tra le parti che lo compongono.
Ognuno è quello che è, in parte per necessità e in parte per caso (sia in senso genetico che culturale).
Siamo come gli attori della commedia dell'arte, che improvvisano su un canovaccio scritto dalla Natura.
I nostri organismi interagiscono con i loro ambienti per conservarsi e riprodursi, finché non si disgregano.
Per capire quale sia il senso della vita bisogna prima stabilire cosa sia la vita, cosa sia il senso e cosa sia il capire.
La vita interiore e quella esteriore sono interdipendenti e non puoi comprendere l'una senza comprendere l'altra.
La vita di un individuo serve a mantenere quella della sua specie. La vita di una specie serve a mantenere se stessa.
Alla fine della vita il bilancio consisterà in cosa ho dato agli altri, cosa ho avuto da loro e cosa abbiamo fatto insieme.
Non possiamo vivere senza padroni reali o virtuali. Nel migliore dei casi possiamo sceglierli o modificarne qualche aspetto.
Gran parte della vita di un essere umano consiste nell'immaginare o nel credere di vivere una vita diversa da quella reale.
Noi dobbiamo la nostra esistenza innanzitutto al DNA e alla biosfera. Senza di essi non saremmo mai nati né avremmo mai vissuto.
La vita è dare e ricevere, cooperazione e competizione, simbiosi e antibiosi, conservazione ed evoluzione, ripetizione e cambiamento.
La vita, per chi la vive, è fatta di piaceri e dolori, desideri e paure, che la mente (conscia e inconscia) cerca di gestire come meglio può.
A mio avviso, la vita consiste in continue trasformazioni organizzate (ordinate e casuali) di materie, energie e informazioni nello spazio/tempo.
Ogni organismo vivente è il mezzo, lo strumento, il metodo, il progetto, il sistema, la strategia con cui i suoi geni si riproducono, e non il contrario.
Le informazioni sono la base non solo delle funzioni cognitive e logiche consce e inconsce di noi umani, ma della stessa vita animale e vegetale a tutti i livelli.
È interessante la diversità di opinioni sul senso della vita da parte di noti intellettuali e artisti. Non ci preoccupiamo dunque se non abbiamo idee chiare in proposito.
La "creatura" (il mondo vivente) dipende dal "pleroma" (il mondo non vivente); il pleroma, invece, non dipende dalla creatura anche se può essere trasformato da essa.
Da un punto di vista sintattico la frase "la vita è bella" è monca. Siccome la vita non è sempre bella, né per tutti, bisogna sempre aggiungere per chi, dove, e quando.
Non credo che esistano dei fini, se non nelle menti degli esseri viventi. Il fine ultimo di una mente è quello di vivere per vivere. IN altre parole, la vita è fine a se stessa.
Ognuno può dare un senso alla propria vita come crede. Il senso della vita è soggettivo. Tuttavia ognuno è responsabile, nei confronti degli altri, del senso che dà alla propria vita.
La vita è interazione, e la qualità della vita dipende dalla qualità delle interazioni. Perciò è importante che queste siano indagate e studiate. Tale è lo scopo della filosofia sistemica.
L'interazione è funzionale alla vita, la comunicazione è funzionale all'interazione, il pensiero è funzionale alla comunicazione, il pensiero è dunque funzionale all'interazione e alla vita.
La vita, a mio parere, può essere definita (anche) come continue trasformazioni e riproduzioni di aggregati di materie organiche e di informazioni, regolate da informazioni consce o inconsce.
Un essere umano è come una foglia dell’albero della sua specie, che deve essere sostituita periodicamente da una nuova affinché l’albero sopravviva. Lo stesso vale per ogni altro essere vivente.
Nessun essere vivente viene creato. Ognuno nasce come risultato di una riproduzione, cioè come copia (perfetta o con qualche errore) di un altro essere, o come miscuglio casuale delle copie di altri due.
La prima disgrazia di un essere umano, il suo primo incontro con l'ingiustizia del mondo, è il fatto di non poter scegliere i propri genitori, e di non poterli nemmeno giudicare, almeno nei primi anni di vita.
In ogni istante miliardi di esseri viventi vengono distrutti da miliardi di altri esseri viventi, e non possiamo evitarlo. Anche noi umani siamo tra i distruttori. Più precisamente, siamo generatori e distruttori di vite.
Un essere vivente vive grazie alle particolari interazioni tra le sue parti, le cui regole sono determinate dal particolare codice genetico e dal particolare codice culturale acquisito attraverso le particolari esperienze.
Io penso che una caratteristica essenziale della vita di un essere vivente sia il fatto di essere soggetto e oggetto allo stesso tempo, in una interazione circolare (basata sul feedback) tra il ruolo di soggetto e quello di oggetto.
Ogni essere vivente è un esemplare di una specie biologica. Ogni specie è caratterizzata da un insieme di bisogni particolari la cui insoddisfazione prolungata causa la sofferenza, la malattia e la morte dell'esemplare insoddisfatto.
Siamo tutti figli e servi dello stesso padrone: la logica della specie. Col piacere e col dolore ci usa per riprodursi e, finito il nostro gioco più o meno creativo e più o meno felice, di noi non resta che qualche idea per qualcun altro.
Vivere improvvisando significa fare cambiamenti causali nel proprio comportamento e osservarne gli effetti, mantenendo i cambiamenti che hanno avuto un effetto piacevole e smettendo quelli che hanno avuto un effetto spiacevole.
La vita si svolge a vari livelli di organizzazione: molecolare, cellulare, tessuti, organi, corpi, gruppi, società, ecologia, biosfera. All'interno di ogni livello, e tra diversi livelli, avvengono interazioni determinate da leggi fisiche, da logiche e dal caso.
Questa è la legge della vita: chi non è adatto ad un certo ambiente deve (1) emigrare in un ambiente più favorevole, (2) cambiare l'ambiente per adattarlo a sé, (3) cambiare se stesso per adattarsi all'ambiente, (4) estinguersi, o (5) praticare una combinazione di tali strategie.
Per infiniti anni non sono esistito, per infiniti anni non esisterò. Rispetto all'eternità la mia vita è infinitamente breve, insignificante e di nessuna importanza. E allora di cosa dovrei preoccuparmi? Di soffrire il meno possibile. Ogni altro scopo è ridicolmente inutile, effimero e illusorio.
La nostra vita è il risultato di un enorme numero di eventi microscopici e macroscopici che avvengono simultaneamente, in ogni momento, nel nostro organismo e al di fuori di esso. Alcuni di tali eventi sono casuali, altri seguono logiche innate o apprese di cui siamo per lo più inconsapevoli.
Le prime forme di vita erano costituite essenzialmente solo degli apparati digerenti. L'evoluzione dei sistemi nervosi, fino alla coscienza umana, può essere considerata come lo sviluppo di tecniche, metodi e strategie per favorire l'ottenimento del cibo, la sopravvivenza e la riproduzione degli individui.
Di norma, gli esseri non viventi sono formati e regolati solo da energie; quelli viventi, da informazioni connesse con energie. I computer sono un'eccezione, in quanto sono regolati da informazioni connesse con energie, ma non sono viventi. O meglio, sono quasi viventi essendo (per ora) incapaci di riprodursi.
Noi non viviamo, ma siamo (veniamo) vissuti. Non siamo soggetti, ma oggetti, vettori e replicatori di vita. Non siamo nati per nostra scelta, e cesseremo di vivere quando le leggi della natura lo determineranno. Possiamo decidere se accettare o rifiutare il nostro destino, ma si tratta di una scelta obbligata dal dolore che il rifiuto non farebbe che aumentare.
Mente, psiche, anima, spirito, sono la stessa cosa, ovvero sinonimi. Sono il software della vita. Esso può essere in tutto o in parte copiato da un vivente ad un altro e scritto in opere letterarie e artistiche, le quali non sono altro che simulazioni parziali della vita e dei rapporti umani. Lo scopo di tali opere è quello di facilitare la costruzione di paradigmi di interazione.
La vita è per lo più una prigione e una schiavitù. Siamo infatti tutti prigionieri e schiavi dei nostri corpi, dei nostri schemi mentali e delle nostre comunità, con pochi margini di libertà, come la possibilità di trasformare o sostituire schemi e comunità. Anche la sensazione di indipendenza che a volte proviamo è un effetto della nostra cattività, come ogni altra illusione.
La vita è essenzialmente un fatto riproduttivo. Infatti si può dire che è vitale ciò che si riproduce, non solo in senso genetico, ma anche in senso culturale. Intendo il caso in cui le idee o il comportamento di un individuo vengono appresi (ovvero riprodotti) da un altro. Attraverso questa riproduzione culturale il comportamento di un individuo influenza la vita di un altro.
La vita, per mantenersi e riprodursi, ha bisogno di particolari interazioni tra l'essere vivente e il mondo esterno, cioè il suo ambiente. Da tale bisogno fondamentale derivano tutte le motivazioni ovvero le strategie di sopravvivenza e riproduzione di ogni essere essere vivente e le associate relazioni ecologiche e sociali. I desideri sono infatti trasformazioni di bisogni e tutti loro fanno capo ad un bisogno primario, che è quello dei geni, di riprodursi. In tale contesto, il piacere e il dolore sono gli strumenti con cui la vita, ovvero la natura, costringe gli animali capaci di sentimenti (tra cui l'uomo) a vivere e a riprodursi attraverso la soddisfazione dei propri bisogni.
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