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Aforismi su temi vari

4467 di 4467 aforismi scelti a caso e ordinati per lunghezza
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La verità è un'opinione.
È normale essere anomali.
L'arte è un oggetto di condivisione.
L'onore è una posizione gerarchica.
Si nasce innocenti e si muore colpevoli.
Chi la sa più lunga cerca di nasconderlo.
Certe persone non capiscono ciò che sanno.
Sono più apprezzato quando parlo o quando taccio?
Superando se stessi si superano anche altre persone.
Dimmi di cosa ridi e di cosa non ridi e ti dirò chi sei.
Si è tristi perché si è soli, o si è soli perché si è tristi?
Non ci sono per nessuno, disse Dio dopo aver creato il mondo.
È un errore frequente credere completa una visione incompleta.
La gente non ama coloro che cercano di superarla sul piano etico.
Se fossimo sempre tutti d'accordo non ci accorgeremmo mai dei nostri errori.
La felicità non è la libertà dai bisogni, ma la possibilità di soddisfarli ogni giorno.
Noi non gradiamo la libertà altrui se essa viene usata per fare cose a noi sgradite.
Siamo tutti in cerca di servi, padroni e alleati, e stiamo male se non li troviamo.
Io non invento nulla, metto solo insieme in un certo modo cose inventate da altri.
La vita sociale è un gioco le cui regole sono scritte raramente e in modo poco chiaro.
All'uomo importa poco di essere disprezzato, purché il disprezzo non sia manifestato.
La violenza è anche un modo per affermare la propria superiorità in termini di potere.
Se vuoi discutere con uno più stupido di te, per farti capire devi scendere al suo livello.
Ciò che una cultura ignora, nega o proibisce può essere più importante di ciò che essa afferma.
Siamo tutti consciamente o inconsciamente preoccupati del valore che gli altri ci attribuiscono.
Cos'è una cosa? Credo che la maggior parte della gente non saprebbe rispondere a questa domanda.
I rapporti sessuali non sono solo l'oggetto di un istinto o di un desiderio, ma anche uno status symbol.
Il senso del dovere è il senso del dolore che si proverebbe se non ci si comportasse in un certo modo.
Ciò che abbiamo in mente quando pensiamo alla realtà non è la realtà, ma la nostra mappa della realtà.
Certe forme d'arte ci piacciono perché ci mostrano che c'è qualcuno mentalmente più disturbato di noi.
Quasi tutto ciò che facciamo è cercare di condividere qualcosa (di materiale o di immateriale) con altri.
La direzione in cui volgiamo lo sguardo è una delle cause e uno degli effetti del nostro comportamento.
Il desiderio e la speranza di far parte di una unanimità sono irresistibili e ci accompagnano per tutta la vita.
Raramente una persona rivela alle altre ciò che di male pensa e sente verso di loro, per paura di ritorsioni.
Andare alla messa serve soprattutto a dimostrare di appartenere alla comunità di coloro che vanno alla messa.
Apprendere una conoscenza che non sia il risultato di una propria esperienza originale consiste nel copiare certe idee.
Il vero saggio è tanto felice quanto uno nelle sue condizioni possa essere, perché la saggezza è la scienza della felicità.
Ci sono tre diversi tipi di eroi: gli eroi dell'obbedienza, quelli della ribellione e quelli della creazione di nuove regole.
Qualunque cosa tu faccia o non faccia, a qualunque cosa tu voglia appartenere o non appartenere, a qualcuno dispiacerà.
È molto più facile cambiare la mente di un robot che quella di un essere umano. Per questo i robot hanno tanto successo.
I sorrisi sui volti di certi monaci dimostrano quanto la rinuncia alla libertà possa essere per certe persone fonte di serenità.
Certo pensieri tendono a ripetersi finché non sono scritti. Infatti la scrittura è anche un modo per generare pensieri nuovi.
Non dobbiamo chiedere ai politici di essere onesti, ma agli onesti di occuparsi di politica dopo aver dimostrato di esserne capaci.
Se non ci fossero gli altri non ci sarebbe nemmeno la psiche, né la psicologia. Perché la psiche serve a gestire i rapporti con gli altri.
Ogni umano ha bisogno di essere ben valutato dagli altri al fine di ottenere la loro cooperazione, senza la quale non può sopravvivere.
Il tabù delle differenze umane è talmente forte che distinguere un saggio da uno stolto viene da molti considerato una forma di razzismo.
Nei computer hardware e software si possono studiare e modificare separatamente; nelle menti degli esseri viventi questo non è possibile.
L'io serve, tra altre cose, a mediare tra i desideri del proprio corpo e quelli dei corpi altrui, e tra i bisogni attuali e quelli futuri (propri e altrui).
Gli stupidi ci sono sempre stati, ma oggi, grazie allo sviluppo tecnologico, essi hanno un raggio di azione e di ricezione enormemente più ampio.
L'Uomo ha bisogno di bisogni, perché senza bisogni da soddisfare non c'è piacere né dolore, né emozioni né sentimenti, né valori, né motivazioni.
Il comportamento umano è determinato da due motivazioni fondamentali: soddisfare i propri bisogni biologici, e ottenere vantaggi e meriti sociali.
Chi cerca di superare se stesso viene fatalmente percepito, dalla maggioranza delle persone, come uno che cerca di raggiungere o superare gli altri.
La felicità dipende in gran parte da cosa ci aspettiamo dagli altri, e il comportamento degli altri verso di noi dipende in gran parte da cosa ci aspettiamo da loro.
Se vi dicessi che sono felice fareste bene a dubitarne. Infatti potrei dirlo (e crederci mentendo a me stesso) per ostentare una mia presunta superiorità filosofica.
C'è un tempo per ogni cosa. La stessa cosa può essere buona in certi momenti e cattiva in altri. Nulla è sempre buono e nulla sempre cattivo, tranne l'irreparabile.
Viviamo perché abbiamo bisogno di vivere; moriamo perché abbiamo bisogno di morire. Non siamo noi a decidere di cosa abbiamo bisogno, ma qualcosa dentro di noi.
Non posso escludere che la mia esistenza sia solo un cursore che si muove in uno spazio-tempo infinito già determinato che comprende tutto il passato e tutto il futuro.
Il presente dipende dal passato come il futuro dipende dal presente. Noi siamo il prodotto del nostro passato e la causa del nostro futuro, insieme ad altre forze e al caso.
Ciò che ora mi piace
fra un'ora mi annoierà.
Domani forse mi piacerà di nuovo
per un po' di tempo.
Il piacere è sempre provvisorio,
forse anche il dolore.
La felicità è un fatto naturale e non si costruisce con la ragione. Tuttavia la ragione ci aiuta a individuare, e, se possibile, a rumuovere, gli ostacoli alla felicità propria e altrui.
L'uomo obbedisce per comandare e comanda per obbedire, alle proprie passioni e al resto del mondo. Ogni ribellione a questo ordine delle cose è morbosa e viene presto sedata.
Le persone normali non dicono mai quello che pensano veramente, solo i pazzi e gli sprovveduti lo fanno. Per questo c'è più realtà in molti romanzi che nelle normali conversazioni.
Ci hanno insegnato a chiedere perdono a Dio dei nostri peccati. Io penso invece che Dio dovrebbe chiedere perdono a noi umani per averci fatti così vulnerabili e sensibili al dolore.
Usare un testo senza un chiaro riferimento ad un contesto conosciuto sia da chi scrive che da chi legge, ovvero da chi parla e da chi ascolta, oltre ad essere inutile, può causare malintesi.
La prima disgrazia di un essere umano, il suo primo incontro con l'ingiustizia del mondo, è il fatto di non poter scegliere i propri genitori, e di non poterli nemmeno giudicare, almeno nei primi anni di vita.
Se gli umani potessero ottenere piacere a volontà e senza limiti di quantità e di durata, non farebbero altro, e non smetterebbero di farlo fino a morirne. Perciò il piacere è biologicamente sempre limitato.
Gli esseri umani imitano comportamenti altrui senza comprenderne il significato. Se lo comprendessero, non si tratterebbe di imitazione. Imitano perché l'imitazione viene premiata e la non imitazione punita.
Ci sono ancora 12 paesi dove c'è la pena di morte per gli atei o gli apostati. Questi casi dimostrano che la maggioranza di una società può essere malata di mente e trasmettere la sua malattia alle generazioni successive.
Perché dovremmo fare certe cose, in un certo modo, in certe situazioni? A volte facciamo le cose perché ci sentiamo in dovere di farle a causa dell'abitudine, mentre non ce n'è alcun bisogno, né qualcuno ce lo chiede.
Un giornale, un libro, un messaggio pubblicitario, un discorso, consistono in insiemi di parole (con o senza immagini) interconnesse, che mirano a interconnettere i corrispondenti concetti nel sistema nervoso del lettore.
Il bisogno di socializzare, e il piacere connesso con la sua soddisfazione, possono spiegare la maggior parte dei comportamenti umani, meglio delle spiegazioni fornite dagli interessati, che sono per lo più false e/o inconsistenti.
L'unico merito che si può attribuire ad un essere umano è quello di essere nato con un sistema nervoso efficiente e di aver vissuto in un ambiente favorevole al suo sviluppo. Perché da tali cose dipendono le sue scelte e i suoi successi.
Assistere ad eventi sportivi agonistici per molti è eccitante perché fa risuonare lo spirito competitivo che è nella natura umana. Assistervi in massa è ancora più eccitante perché fa risuonare lo spirito comunitario che è pure nella natura umana.
Ogni cosa ha un senso, o più di uno, anche quelle che ci sembrano assurde, insensate, inutili, nocive, bestiali, mostruose, spaventose. Capire il senso nascosto e mistificato delle cose, e specialmente del comportamento umano, è la missione del saggio.
Chi nasce serpente deve vivere come un serpente, chi nasce lumaca, come una lumaca, chi nasce aquila, come un'aquila. Non possiamo vivere che come il nostro patrimonio genetico ci obbliga a fare, nei limiti da esso imposti e con le libertà da esso concesse.
Per esercitare il libero arbitrio (ammesso che sia possibile) è necessario essere liberi da emozioni e da motivazioni, ma in tal caso nessuna libera scelta avrebbe senso. Infatti una scelta è sensata, cioè non è casuale, solo se risponde a una emozione o a una motivazione.
Per gli antichi greci la saggezza consisteva soprattutto nel conoscere i propri limiti e nel non tentare di superarli, pena la punizione divina. Credo che questo principio di saggezza valga anche per chi non crede negli dei. Ci pensano infatti la natura e la società a punire chi oltrepassa i propri limiti.
A differenza degli altri animali, l’uomo si preoccupa di come gli altri lo valutano (intellettualmente, moralmente, esteticamente, politicamente, economicamente ecc.). Questa preoccupazione è costante e impegna l’uomo anche quando è solo. Essa influenza quasi tutti i suoi pensieri e le sue emozioni.
Tutti i pensieri, i sentimenti e le motivazioni di una persona sono prodotti dalla sua mente. Per cambiarli occorre cambiare la struttura della mente stessa. A tale scopo, voler cambiare non basta. Dato che la struttura mentale si è formata a seguito di esperienze, per cambiarla sono necessarie nuove esperienze.
Per molte persone lo scopo inconscio della conversazione è, oltre a scambiarsi informazioni utili su ciò che succede, avere conferme e approvazioni della propria visione del mondo, della propria personalità e della propria dignità sociale. A quelle persone qualsiasi discorso in contrasto con tali scopi non è gradito.
Ci sono individui che, a causa di certe situazioni passate, odiano e/o temono profondamente gli altri in generale, e accettano di interagire con qualcuno solo in caso di bisogno e a condizione che l’altro si sottometta alla sua autorità, ovvero assuma un atteggiamento umile, servile o ossequioso nei propri confronti.
La musica che scegliamo di ascoltare parla di noi, afferma, conferma e sottolinea i nostri sentimenti, gusti e appartenenze sociali, esalta la nostra personalità, ci fa sentire meno soli, più forti e sicuri, ci scorta, ci fa sentire in armonia con il resto del mondo. È la colonna sonora della tragicommedia della nostra vita.
La cattiva politica e la cattiva burocrazia non vengono dal cielo. Sono il frutto della cattiva mentalità della maggior parte della gente, specialmente in un sistema democratico. Non è vero che molti soffrono per colpa di pochi; spesso è vero il contrario, ovvero che le minoranze soffrono per colpa delle maggioranze.
Ogni volta che rivolgiamo la nostra attenzione verso una cosa, la distogliamo da ogni altra. Ci vorrebbe una cosa generale che riassume organicamente tutte tutte le altre, da tenere sempre presente insieme alla cosa particolare a cui stiamo pensando. Quella «cosa generale» dovrebbe essere l'oggetto principale della filosofia.
Il sonno inizia quando l’io cosciente confonde i propri pensieri con situazioni reali, cioè quando si perdono i confini e le differenze tra fantasie e realtà, tra mappe e territori, tra astrazioni e cose concrete. In tal senso ci sono persone che dormono ad occhi aperti, anzi, ognuno di noi lo fa più o meno spesso e più o meno a lungo.
Qualunque comportamento non casuale è determinato o da una legge fisica o logica. Un algoritmo (anche detto programma, procedura, routine o software), è una legge logica a cui un computer o un essere vivente obbedisce. Tuttavia certi comportamenti sono parzialmente casuali e parzialmente determinati da leggi fisiche e/o logiche.
La società è sistematicamente falsa, perché la verità è politicamente scorretta. Infatti non possiamo dire agli altri cosa veramente pensiamo di loro, cosa veramente vorremmo da loro e cosa veramente saremmo disposti (e non disposti) a offrire loro. E siamo talmente abituati a mentire, che finiamo per credere alle nostre stesse menzogne.
Immaginiamo che in futuro, mediante un congegno elettronico, potremo misurare le quantità di piacere e di dolore che proviamo in ogni momento. Così potremmo sapere con precisione, ad esempio, quanto abbiamo sofferto e quanto abbiamo goduto durante negli ultimi sette giorni. Sicuramente questo rivoluzionerà la psicologia e la filosofia.
Non possiamo non pensare, ma possiamo pensare a diverse cose e in diversi modi. Dai nostri pensieri dipende il nostro benessere nell'immediato e in tempi successivi. Perciò è importante scegliere opportunamente a cosa pensare e in che modo. Per esempio, un modo di pensare che potrebbe essere utile è quello di farsi delle domande su ciò che si vede, si sente e si fa.
Conoscere una cosa è possibile in due forme: esternamente e internamente. Nel primo caso si tratta di scoprire di quali sistemi la cosa fa parte e come interagisce con le altre parti di ciascuno di tali sistemi. Nel secondo caso si tratta di vedere la cosa come sistema essa stessa, ovvero come insieme di parti che interagiscono, e di individuare tali parti e le loro interazioni.
In molti casi le donne competono per gli uomini più potenti, e gli uomini per le donne più belle (nei limiti di ciò a cui possono realisticamente aspirare). Accade anche che una donna cerchi un uomo forte, ma non tanto forte da non farsi dominare almeno in parte da lei, e che un uomo cerchi una donna bella, ma non tanto bella da essere desiderata da uomini più competitivi.
Ogni essere umano ha un profondo bisogno di appartenere, ovvero di partecipare attivamente, ad almeno una comunità a lui congeniale, non importa quanto grande. Per “partecipare attivamente” intendo essere coinvolti in interazioni cooperative frequenti con altri membri della stessa comunità, secondo le regole, i rituali, i principi e i valori morali e intellettuali della comunità stessa.
L'espressione "immunità di gregge", così spesso ricorrente ai tempi del coronavirus, mi fa pensare al concetto nietzschiano di gregge. A tal proposito, mi diverte pensare che gli esseri umani potrebbero essere divisi in cinque grandi categorie: pecore, pastori, cani da pastore, cani randagi e animali extraterrestri. Io mi collocherei nell'ultima categoria, con occasionali metamorfosi in tutte le altre.
Che significa il verbo essere? Io credo che sarebbe meglio non usare tale verbo in quanto non significa nulla se non una equazione o uguaglianza perfetta di termini, e al suo posto usare termini più significativi, come "fare", "appartenere" (a cose o categorie) , "possedere" (cose o qualità) ecc. Per esempio, invece di dire X è buono, dire X fa bene (precisando a chi fa bene, in che modo e in quale contesto.
La vita umana è basata sulla vita sociale e la vita sociale è basata sulla condivisione, ovvero lo scambio, di beni materiali e immateriali. Questi ultimi consistono in informazioni, cognizioni, idee, narrazioni, valori, giudizi, pregiudizi ecc.
Dal momento che le nostre visioni del mondo e di noi stessi sono per lo più illusorie e ingannevoli (perché tendono ad affermare e difendere la nostra reputazione e autostima), ciò che condividiamo (per quanto riguarda il comportamento proprio e altrui) sono per lo più illusioni e autoinganni.
A mio parere, se la cosiddetta "filosofia" è così poco rispettata dalle masse, è anche colpa di quei cosiddetti filosofi che considerano la filosofia qualcosa di unitario e unitamente buono, vero e utile. In realtà "la" filosofia non esiste, ma esistono diverse filosofie, molte delle quali si contraddicono o si ignorano, e perciò, come le religioni, non possono essere tutte buone, vere e utili. Il primo compito di una filosofia dovrebbe essere quello di criticare le cattive filosofie, e anche se stessa, ma ciò avviene raramente, specialmente nel mondo accademico.
Il concetto di “essere” implica la costanza dell’essere stesso, a meno che non si intenda l’essere sempre relativamente ad un certo spazio e/o tempo. Infatti, che senso ha dire che A “è” X se questo è vero solo per un periodo di tempo e/o uno spazio limitato, e non è vero né prima né dopo tale periodo, né fuori di tale spazio? Dobbiamo quindi distinguere tra un essere assoluto, che è costante nello spazio e nel tempo, e un essere relativo, che varia nello spazio e/o nel tempo. Tuttavia dubito che possa esistere un essere assoluto, se è vero che “tutto scorre”.
A mio parere, per migliorare il nostro benessere e la nostra efficienza (sia a livello individuale che sociale) possiamo migliorare, entro certi limiti, sia il nostro hardware (cioè la parte organica, fisiologica, biochimica, materiale della nostra persona), sia il nostro software (cioè la sua parte logica, informatica, cognitiva, spirituale, motivazionale, conscia e inconscia). A tale scopo ci può essere d'aiuto la conoscenza dei sistemi neurologici di ricompensa connessi con la produzione di dopamina e di ossitocina, specialmente quelli riguardanti le ricompense sociali.
Secondo me, le scienze dell'uomo e della società dovrebbero partire dall'unica cosa certa per un essere umano: il suo "sentire" ovvero il dolore e il piacere. Questi sono causati da diversi fattori (materiali e/o immateriali) più o meno noti. Lo scopo principale del filosofo e dello psicologo dovrebbe essere dunque quello di individuare i fattori che causano (o prevengono) il dolore e il piacere, per alleviare il dolore e aumentare il piacere, nella misura del possibile. Se prescindiamo dai sentimenti, a mio parere, tutti i discorsi psicologici o filosofici diventano irrilevanti.
Ama il prossimo tuo come te stesso. Questa formula potrebbe essere la soluzione di tutti i problemi sociali, politici, etici ed economici. Potrebbe essere, come qualcuno crede, la chiave della felicità. Ma come si può amare chi ti odia, chi ti disprezza, chi non tollera la tua diversità né le tue qualità, chi non riconosce i tuoi diritti né le tue ragioni, chi ti ignora, chi ti calunnia, chi ti inganna, chi vorrebbe la tua sconfitta o il tuo annientamento, chi ti sta derubando, sfruttando, ferendo o uccidendo? Cosa otterremmo porgendo l'altra guancia? La bonifica del malvagio? L'illuminazione dello stolto? Questo fondamento del cristianesimo è l'ipocrisia di chi vuole dominare e sfruttare gli ingenui, e a tale scopo divide l'umanità in pecore e pastori.
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