5304 aforismi scelti a caso da un totale di 5304, e ordinati per lunghezza
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L'uomo è un animale geloso e invidioso.
Il rispetto non è da aspettarselo, bisogna esigerlo.
Dimmi di cosa ridi e di cosa non ridi e ti dirò chi sei.
La questione non è se Dio esista o no, ma quale Dio esista.
Io appartengo al gruppo dei non appartenenti ad alcun gruppo.
Presentare come completa una verità incompleta è una falsità.
Io faccio quel che faccio perché sento "automaticamente" il bisogno di farlo.
Certe persone sentono il dovere e il piacere di umiliare i non abbastanza umili.
Quasi nessuno è interessato alla verità e alla giustizia se non ne ricava qualche vantaggio.
Cosa vuole il mio inconscio? Questa domanda dovrebbe costituire la mia preghiera quotidiana.
Ogni umano cerca di dominare ogni altro se non contrastato da quello o da una certa educazione.
Non fidarti delle offerte gratuite. Il prezzo da pagare è nascosto e sarà pagato al momento opportuno.
La bellezza e la magnificenza dei templi sono mezzi incantevoli usati dalle religioni per fare proseliti.
Cambiare il software è molto più facile che cambiare l'hardware, a condizione che si conosca il software.
L'interesse, la volontà, il desiderio, il bisogno, la paura, orientano e deformano la percezione della realtà.
Tutto ciò che facciamo e diciamo, non facciamo e non diciamo, parla di noi e ci qualifica agli occhi altrui.
La maggior parte di ciò che avviene nella nostra mente è involontario, e a volte contrario alla nostra volontà.
Una filosofia che non è capace di mettere in dubbio qualsiasi cosa (a cominciare da se stessa) non è affidabile.
Il comportamento di un essere vivente è determinato dal suo software, dal suo hardware, e dagli input che riceve.
Ogni azione o espressione umana può essere interpretata come simbolo o segno di appartenenza a certe categorie sociali.
Per farci gradire da una persona è necessario (ma non sufficiente) che essa percepisca (o che si illuda) che noi la gradiamo.
Per me le cose non sono mai buone o cattive in assoluto, ma più o meno utili a qualcuno in un certo momento della sua vita.
I neologismi servono a liberarsi da vecchie associazioni mentali ovvero pregiudizi divenuti inutili, improduttivi, fuorvianti, o nocivi.
Chi vede più facilmente i difetti e le incoerenze nei prodotti e nel comportamento umano soffre più di chi li vede più difficilmente.
Solo il piacere e il dolore sono certamente reali (anche quando sono causati da entità immaginarie). Tutto il resto può essere illusorio.
La vita è dare e ricevere, cooperazione e competizione, simbiosi e antibiosi, conservazione ed evoluzione, ripetizione e cambiamento.
I politici, per farsi votare, dicono al popolo ciò che al popolo piace sentirsi dire, non importa quanto sia vero, verosimile o realizzabile.
L'uomo tende naturalmente a disapprovare e a disprezzare, consciamente o inconsciamente, chi non condivide i suoi gusti o le sue opinioni.
Ogni esperienza è estremamente limitata. Infatti non si può fare esperienza di tutta la realtà intorno a noi, ma solo di alcuni aspetti molto piccoli di essa.
In informatica, come in medicina e nella vita in generale, c'è chi preferisce occuparsi di hardware e chi di software. Io appartengo alla seconda categoria.
Ognuno desidera (consciamente o inconsciamente) che gli altri condividano i propri sentimenti, compreso l'amore o l'odio verso certe persone o certe cose.
Il compito dell'informatico è quello di esaminare un sistema (vivente o non vivente) e di costruire un sistema (non vivente) che produca gli stessi risultati in modo più efficiente.
Immagina di trovarti davanti a tutti gli altri umani, e di dichiarare pubblicamente con chi e in quali modi sei disposto a interagire, e con chi e in quali modi non sei disposto a farlo.
Ogni condivisione materiale comporta una o più condivisioni simboliche. Vale a dire che il fatto di condividere qualcosa di materiale implica certe relazioni sociali tra gli attori della condivisione stessa.
Ci sono ancora 12 paesi dove c'è la pena di morte per gli atei o gli apostati. Questi casi dimostrano che la maggioranza di una società può essere malata di mente e trasmettere la sua malattia alle generazioni successive.
La psiche è un sistema di algoritmi autoapprendenti e concorrenti che gestiscono le relazioni e le interazioni tra la propria persona e il resto del mondo allo scopo di soddisfare i bisogni (innati e acquisiti) della persona stessa.
Ognuno desidera qualcosa dagli altri ed è oggetto di desideri da parte degli altri. I comportamenti degli uni verso gli altri sono orientati alla soddisfazione di tali desideri e dipendono da come e quanto questi vengono soddisfatti.
L'assoluto è estremamente più semplice del relativo e per questo più attraente. Esso semplifica le nostre scelte, che altrimenti rischierebbero di essere troppo esitanti, cosa che, per la conservazione della specie, potrebbe essere deleterio.
L'amore (qualunque cosa esso sia) può essere più o meno esclusivo o inclusivo. Quello esclusivo limita la libertà di amare altre persone o cose, quello inclusivo la tutela; quello esclusivo ostacola lo sviluppo mentale, quello inclusivo lo favorisce.
La maggior parte dei filosofi, per ogni idea sensata e utile che esprimono, ne esprimono più di una inutile e/o insensata. Infatti i filosofi potrebbero essere valutati e ordinati in base al rapporto tra idee utili e sensate, e idee inutili e/o insensate da essi espresse.
Da quando nasce a quando muore, l'uomo non fa altro che cercare il modo di soffrire di meno e godere di più, in tutte le possibili forme del dolore e del piacere. Da tale bisogno derivano tutte le sue opere, attività, comportamenti, costumi, filosofie, gusti, arti, narrazioni, ragioni ecc.
Per infiniti anni non sono esistito, per infiniti anni non esisterò. Rispetto all'eternità la mia vita è infinitamente breve, insignificante e di nessuna importanza. E allora di cosa dovrei preoccuparmi? Di soffrire il meno possibile. Ogni altro scopo è ridicolmente inutile, effimero e illusorio.
Quanto più noi contribuiamo alla soddisfazione dei bisogni altrui, tanto più gli altri, in teoria, dovrebbero essere disposti a contribuire alla soddisfazione dei bisogni nostri. Tuttavia la contabilità dei contributi è sempre soggettiva, e spesso non c'è equilibrio tra il bene fatto e quello ricevuto.
Gli esseri umani si distinguono per l'altezza a cui riescono a volare col pensiero. Le quote più alte sono le meno frequentate. Vi suoi trovano persone piuttosto solitarie, che i "normali" vedono con sospetto, come se da quelle altezze per loro inaccessibili stessero congiurando per sottometterli.
Piuttosto che chiederci di cosa l'uomo ha bisogno in generale, dovremmo chiederci di cosa egli ha bisogno in una certa situazione. Infatti i bisogni dipendono dalle situazioni. Per lo stesso motivo dovremmo chiederci: di cosa ho bisogno in questo momento? Di cosa avrò bisogno in una certa situazione?
Un essere umano non può vivere senza continuamente obbedire a delle leggi naturali e sociali. In tal senso, il libero arbitrio consiste nella scelta delle autorità (biologiche, intellettuali politiche, morali, estetiche, religiose, ecc. ) a cui obbedire, a cui sottomettersi. Il piacere è il premio per l'obbedienza, il dolore il castigo per la disobbedienza a tali autorità.
Che significa il verbo essere? Io credo che sarebbe meglio non usare tale verbo in quanto non significa nulla se non una equazione o uguaglianza perfetta di termini, e al suo posto usare termini più significativi, come "fare", "appartenere" (a cose o categorie) , "possedere" (cose o qualità) ecc. Per esempio, invece di dire X è buono, dire X fa bene (precisando a chi fa bene, in che modo e in quale contesto.
La grande importanza che gli umani, per identificare una persona, hanno sempre dato ai suoi possedimenti (sin da quando esiste la proprietà privata) è testimoniata dal fatto che i nomi dei nobili venissero comunemente trasformati in quelli dei loro possedimenti, preceduti dalla particella "di", "de", "von" ecc. (a seconda della lingua), spesso anche senza. Per esempio, Camillo Benso, conte di Cavour, è più spesso chiamato semplicemente Cavour.
Le persone «autosufficienti» o «autosoddisfacenti» in senso lato, cioè quelle che hanno la capacità di procurarsi piacere e sussistenza da soli, senza l'aiuto o il contributo di altre persone, sono viste come asociali e antipatiche da coloro che non possono fare a meno degli altri per sopravvivere e per soddisfare i propri bisogni e desideri. Tali «autosufficienti» sono una piccola minoranza della gente e non sono nemmeno sicuro che esistano, in quanto penso che nessuno possa essere sempre autosufficiente.
Una sincera lode agli ingegneri che hanno costruito e gestito il veicolo Opportunity (che ha esplorato Marte per 15 anni), e anche a quelli che hanno mandato l'uomo sulla luna. Allo stesso tempo mi chiedo perché non siamo capaci di risolvere problemi molto più semplici, come quello di organizzare e governare un gruppo di esseri umani con soddisfazione di tutti gli interessati. La mia risposta è che ne sappiamo molto, ma molto, di più di fisica e di ingegneria che della natura umana. Tanta scienza e tanta ignoranza fianco a fianco.
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