5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
Mostra altri 50Mostra come listaRaccolta completa
L'arte è uno stupefacente.
La gente adora i grandi semplificatori.
Ogni cosa, ognuno, appartiene al mondo.
I meno meritevoli temono la meritocrazia.
La società è come un puzzle semi-composto.
Dietro ogni ideale si nasconde una gerarchia.
La razionalità deve tenere conto dell'irrazionalità.
Per migliorare la società bisogna migliorare la psicologia.
Siamo tutti schiavi delle nostre motivazioni involontarie.
Ha sempre ragione chi definisce a suo modo il significato delle parole.
Per certe persone la morale vale solo verso gli amici, non verso i nemici.
Le cose più facili da condividere sono la stupidità, l'ignoranza e il cattivo gusto.
Mi fanno ridere quei partiti impotenti che annunciano una "opposizione durissima".
La felicità di un umano dipende molto da cosa egli presume che gli altri pensano di lui.
Se vuoi piacere ad una persona devi essere come lei ti vuole e fare ciò che lei desidera.
Per vivere bene è molto meglio conoscere un poco di tante cose che molto di poche cose.
L'empatia è inversamente proporzionale alla distanza nello spazio e nel tempo rispetto all'altro.
Ci sono appartenenze impossibili da cambiare, altre che possono essere cambiate parzialmente.
Non far sapere al tuo rivale che consci i suoi punti deboli, per evitare che migliori le sue difese.
Chi odia qualcuno o qualcosa trova quasi sempre argomenti razionali per giustificare il proprio odio.
Gli esseri umani vanno trattati con precauzione, data la loro stupidità e la loro scarsa salute mentale.
Quando siamo depressi pensiamo che nessuno ci possa soddisfare e che non possiamo soddisfare nessuno.
La logica razionale (aristotelica) riguarda l'essere, la logica cibernetica (software) riguarda le relazioni e il fare.
La mia mente cambia continuamente, perché è il risultato delle mie esperienze e ogni mia nuova esperienza la trasforma.
È meglio non essere più intelligenti del necessario. L'intelligenza non deve essere fine a se stessa, ma aiutarci a soddisfare i nostri bisogni.
Nell'inconscio di ognuno, e di conseguenza nella società, si combattono due dèmoni: quello della conservazione e quello del cambiamento.
Nell'interazione tra due persone ciascuna valuta, consciamente e/o inconsciamente, il comportamento dell'altra rispetto ai propri bisogni e interessi.
Una persona di una certa intelligenza convivere difficilmente con una molto più intelligente perché non tollera di aver sempre torto in caso di disaccordo.
Alla domanda «Di cosa ho veramente bisogno?» si può rispondere con la ragione e/o col sentimento, e le risposte possono essere molto diverse tra i due casi.
Io non credo che la casualità sia l'opposto della causalità. La casualità è causata da leggi fisiche. Ciò che rende un fenomeno casuale è solo la sua imprevedibilità.
Io giudico gli altri e gli altri mi giudicano. Da questi giudizi dipendono le nostre relazioni, e dalla qualità delle nostre relazioni dipendono i nostri piaceri e dolori.
C'è qualcosa, nella psiche, che ci domina mediante le emozioni che suscita seguendo certe logiche inconsce. La psicologia dovrebbe servire a decifrare tali logiche.
Per star bene è necessario soddisfare i propri bisogni. Per soddisfare i propri bisogni bisogna conoscerli. Quindi, per stare bene è necessario conoscere i propri bisogni.
Il metodo più facile per non perdere in un conflitto è non competere, ma in certi casi la competizione è imposta dall'avversario, e non competere comporta il soccombere.
A cosa serve il dolore? A educare. È il modo in cui la natura, ovvero lo spirito della specie, costringe i propri funzionari a fare il loro dovere, punendoli quando non lo fanno.
A mio parere la vicenda nazista non è stata né elaborata (da un punto di vista psicologico e filosofico) né capita dalla maggior parte degli esseri umani. Perciò può ripetersi in forme più o meno diverse.
Il mondo consiste in interazioni più o meno piacevoli o dolorose tra oggetti viventi e non viventi più o meno dotati di coscienza, regolate da leggi fisiche e da logiche più o meno note agli oggetti stessi.
La precarietà della specie umana sta soprattutto nel fatto che siamo socialmente interdipendenti, ma, a differenza di altri animali sociali, le regole della cooperazione e della convivenza sono volatili, non istintivamente fissate.
È facile che una minoranza tolleri una maggioranza, difficile che una maggioranza tolleri una minoranza. Perché il più debole non può costringere il più forte a tollerarlo, mentre il più forte può costringere il più debole a farlo.
L'uomo è un animale immaginario, ovvero capace di immaginare e immaginarsi, ma incapace di conoscersi. La sua vita e il suo benessere dipendono dalla qualità della sua immaginazione, perché da essa dipende la qualità del suo comportamento.
Il dolore e il piacere sono cose assolutamente reali, forse le uniche cose della cui verità possiamo essere certi, anche se le cause che li determinano possono essere immaginarie e false, anche se possono essere ottenuti manipolando la mente in cui sono generati.
Chi accusa qualcuno di arroganza è arrogante in quanto si arroga il diritto di giudicare l'altro arrogante e di sentirsi migliore di esso. In realtà siamo tutti arroganti nella misura in cui giudichiamo gli altri; tuttavia questa arroganza è indispensabile per il progresso morale e civile.
Una madre non nutre i suoi piccoli perché li ama, ma perché ha bisogno di nutrirli e, come per tutti i bisogni, prova piacere quando lo può soddisfare e dolore quando non può. Dietro ciò che viene chiamato amore c'è sempre un bisogno, innato o acquisito, di dare e/o ricevere.
Scusate se non rispondo agli auguri di buon Ferragosto, buona Pasqua ecc.. So che vengono fatti con buone intenzioni, e spesso per dimostrare amicizia e affetto, ma li trovo di per sé insignificanti, e non voglio contribuire al mantenimento di questa tradizione per me insensata.
La sequenza dei nostri pensieri non è determinata dalla nostra volontà, ma da agenti inconsci e involontari che competono per portare alla coscienza (ovvero all'attenzione cosciente) quei pensieri che stanno loro a cuore. Insomma, non è l'io cosciente che decide cosa pensare, ma meccanismi indipendenti dalla sua volontà.
A differenza dell scienze naturali, dove la ricerca del vero è essenziale, nelle scienze umane e sociali quello che conta non è la verità, ma l'effetto delle idee sui sentimenti, ovvero sulla soddisfazione dei bisogni umani. Pertanto diffido dei filosofi che proclamano verità, mentre apprezzo quelli che parlano di sentimenti, bisogni e strategie per soddisfarli.
Rinunciare alla competizione significa scegliere di vivere come eremiti o come servi. Io credo che la competizione non debba essere eliminata, ma demimistificata, svelata, regolata, limitata, arbitrata, gestita con intelligenza, lealtà ed empatia, insieme con la cooperazione, la selezione (che implica una certa competizione) e l'imitazione, le quattro motivazioni sociali fondamentali.
Ci sono due tipi di conoscenze: positive e negative. Le prime riguardano ciò che è vero, le seconde le false conoscenze, cioè il sapere che certe cose che certe persone affermano, è falso. Le false conoscenze sono nocive nella misura in cui ci danno false idee (o mappe) della realtà, e di conseguenza ci inducono a fare false previsioni del futuro, e a comportarci in modi per noi svantaggiosi.
L'istinto di competizione è geneticamente programmato nella natura umana. Si compete anche a chi la sa più lunga, a chi è più virtuoso, a chi è più morale, a chi è più politicamente corretto, a chi è più rispettoso degli altri, a chi è più immune dall'istinto di competizione! Lo status game si nasconde dietro ogni interazione umana, anche se ci hanno insegnato (con successo) a rimuoverlo dalla coscienza.
Io ipotizzo che, oltre al fatto che gli ormoni neurotrasmettitori facilitano le comunicazioni tra neuroni, possa avvenire anche un processo inverso, cioè che una continua stimolazione delle comunicazioni tra neuroni ottenuta mediante opportune percezioni possa incrementare la secrezione dei neurotrasmettitori stessi, tra cui le endorfine, dando in tal caso luogo a sensazioni di piacere o euforia. Ciò spiegherebbe il piacere che può essere provocato dalla percezione di particolari configurazioni di immagini, testi e suoni. L'effetto potrebbe essere duraturo, analogamente allo sviluppo dei muscoli attraverso l'allenamento degli stessi. Si tratterebbe dunque di allenare le comunicazioni tra neuroni attraverso la lettura, la visione e l'ascolto di particolari oggetti, forme e informazioni allo scopo di rendere più efficaci ed efficienti le interconnessioni neurali (con effetti positivi sulla creatività e l'intelligenza), e di godere del piacere connesso alla conseguente secrezione di endorfine.
50 di 5308 aforismi     Mostra come lista