72 di 4967 aforismi scelti a caso e ordinati per lunghezza
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Siamo tutti diversamente intelligenti.
Non ci vuole molto ingegno per essere normali.
Bisogna essere molto intelligenti per fingersi stupidi.
I limiti stimolano l'ingegno, le libertà lo impigriscono.
L'intelligenza non garantisce la saggezza, né la felicità.
Intelligenza è fare le domande giuste al momento giusto.
Ognuno adotta la filosofia più adatta alla sua intelligenza.
Non parlare di intelligenza con chi è meno intelligente di te.
Gli umani non sono abbastanza intelligenti per capire se stessi.
Misurare la forza è molto più facile che misurare l'intelligenza.
I poco intelligenti non amano coloro che parlano di intelligenza.
L'intelligenza è il grado di complessità che si riesce a concepire.
Essere considerati deficienti da deficienti è nell'ordine delle cose.
Molti sopravvalutano la propria intelligenza, pochi la sottovalutano.
Un'intelligenza semplice non può capire un'intelligenza complessa.
I meno intelligenti tendono a sottovalutare l'importanza dell'intelligenza.
Meno si è intelligenti, meno si è capaci di valutare la propria intelligenza.
Tu non sei completamente intelligente e io non sono completamente stupido.
L'intelligenza di una persona disturba i meno intelligenti perché li fa sentire tali.
L'uomo è un animale che fa di necessità virtù, compresa la scarsità di intelligenza.
La metà della popolazione mondiale ha un livello di intelligenza inferiore alla media.
Non conviene dire agli altri cose più intelligenti di quanto essi siano in grado di capire.
Per valutare l'intelligenza di una persona bisogna avere un'intelligenza uguale o superiore.
Un grande problema dell'umanità è che i meno intelligenti non riconoscono di essere tali.
Siamo tutti diversamente intelligenti e ognuno valuta l'intelligenza altrui usando la propria.
È inutile essere intelligenti se non si usa l'intelligenza per soddisfare i bisogni propri o altrui.
Intelligenza è anche la quantità di cose interconnesse a cui uno può pensare contestualmente.
Un'intelligenza artificiale non è più intelligente né più sapiente dei dati con cui è stata istruita.
La maggioranza degli esseri umani non è abbastanza intelligente per capire i propri errori cognitivi.
L'intelligenza artificiale comporta dei rischi, ma l'intelligenza umana comporta rischi molto maggiori.
Per fare buon uso dell'intelligenza artificiale bisogna avere un sufficiente grado di intelligenza naturale.
L'intelligenza emotiva è la capacità di comprendere e conciliare i bisogni e i desideri propri e quelli altrui.
Un modo sicuro per rendersi antipatici a qualcuno è dimostrare di avere un'intelligenza maggiore della sua.
Le persone fisicamente più deboli sono le più motivate a risolvere i problemi con l'intelligenza anziché con la forza.
Una persona è tanto più intelligente quanto più alto è il grado di complessità dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti.
Per andare d'accordo con gli altri bisogna limitare la propria intelligenza ad un livello compatibile con quella altrui.
Un effetto della scarsità di intelligenza è l'incapacità di rilevare contraddizioni logiche nei discorsi e nelle narrazioni.
Attribuire ad una persona più intelligenza di quella che ha può condurre a fatali errori di comunicazione e interazione.
La società è piena di individui che sopravvalutano la propria intelligenza. Ovviamente io potrei essere uno di loro. E voi?
Un'intelligenza vivace ha sempre bisogno di nuovi stimoli, nuove forme, e mal sopporta le ripetizioni e ciò che è amorfo.
Ognuno usa la propria intelligenza per valutare la propria intelligenza. Non c'è da meravigliarsi se uno stupido si crede intelligente.
Certe persone molto intelligenti sono considerate stupide da chi non è abbastanza intelligente per valutare il loro grado di intelligenza.
È meglio non essere più intelligenti del necessario. L'intelligenza non deve essere fine a se stessa, ma aiutarci a soddisfare i nostri bisogni.
L'intelligenza è anche la capacità di distinguere tra i fenomeni e tra i concetti, ovvero di percepire le differenze nelle forme e nei contesti.
In tempi di crisi vengono messe pragmaticamente alla prova le intelligenze degli umani, specialmente quelle degli intellettuali di professione.
Una metaintelligenza è un’intelligenza che capisce i propri meccanismi e può cambiarli. Molti umani sono intelligenti, pochi metaintelligenti.
I più intelligenti devono aspettarsi l'ostilità dei meno intelligenti, a meno che i primi non nascondano ai secondi la loro superiorità intellettuale.
L'intelligenza è la capacità di comprendere idee complesse. Più un'idea è semplice, più basso è il livello di intelligenza richiesto per comprenderla.
Una persona di una certa intelligenza convivere difficilmente con una molto più intelligente perché non tollera di aver sempre torto in caso di disaccordo.
Invece di affermare che il proprio interlocutore è scarsamente intelligente (affermazione sempre offensiva), conviene dire che siamo diversamente intelligenti.
Se pensi a una rosa non pensi a un dinosauro, né alla democrazia, a meno che qualcuno non ti presenti un quadro dove sono rappresentate quelle tre cose insieme.
Se vuoi essere simpatico al tuo interlocutore, non fargli vedere che sei più intelligente di lui, anzi fagli credere di essere più intelligente di te. La gente ama tanto l'umiltà altrui.
Ognuno ha ragione dal suo punto di vista, ma i punti di vista sono diversamente ampi. Infatti ognuno vede solo ciò che conferma le sue opinioni e che non mette in discussione la propria intelligenza.
Un analfabeta sa di essere tale. Un analfabeta funzionale non sa di esserlo. Tuttavia l'analfabetismo funzionale non è una proprietà binaria (presente o assente) ma graduale da un minimo ad un massimo.
Scienziati e filosofi non sono tutti uguali: ognuno di essi è in parte geniale e in parte sciocco, in parte saggio e in parte stolto, in parte onesto e in parte disonesto, in proporzioni diverse da persona a persona.
Per capire l'intelligenza di una persona bisogna essere almeno altrettanto intelligenti. Di conseguenza, dell'intelligenza di una persona possiamo capire solo una parte, quella che riusciamo a raggiungere con la nostra.
Ogni essere umano sa fare bene certe cose (cioè risolvere bene certi problemi) e male o per niente certe altre. In tal senso si può parlare di intelligenza solo al plurale: le varie intelligenze (e stupidità) di una persona.
I discorsi che esprimono un certo grado di intelligenza disturbano coloro la cui intelligenza è di grado inferiore, perché i meno intelligenti non sono in grado di capire tali discorsi e di conseguenza si sentono inadeguati.
Quanto minore è l'intelligenza di una persona, tanto più semplice è la propria visione del mondo. Infatti l'intelligenza di una persona può essere definita come il grado di complessità a cui il proprio pensiero può arrivare.
La maggior parte dell'umanità si è fatta sempre imbrogliare da sacerdoti, teologi, ciarlatani, cattivi filosofi, cattivi psicologi ecc. Di questo non si è mai preoccupata. Ora si preoccupa di essere imbrogliata da un computer?
L'intelligenza e la conoscenza non sono buone in sé, ma lo sono nella misura in cui contribuiscono alla soddisfazione dei nostri bisogni. Infatti esistono cattive intelligenze e cattive conoscenze, cattive in quanto causano sofferenze a certi esseri umani.
Tra i motivi per cui molte persone inesperte di informatica hanno paura dell'intelligenza artificiale c'è il fatto che essa aumenta il potere dei tecnici e degli imprenditori informatici (i soli che capiscono come essa funziona), e diminuisce quello degli altri.
A proposito della presunta mancanza di creatività dell'intelligneza artificiale, il problema. a mio avviso, non è la qualificazione dell'intelligenza artificiale, ma di quella umana, che mi sembra per molti aspetti e per molte persone meno creativa di quella artificiale.
Il fatto che l'intelligenza, o meglio, le intelligenze di una persona non si possano misurare, non impedisce che esistano notevoli differenze nei relativi gradi da persona a persona, e che ognuno di noi li misuri intuitivamente, consciamente o inconsciamente, in modo del tutto arbitrario.
Ognuno sa che non tutti siamo ugualmente intelligenti (in senso cognitivo), ma nessuno accetta l’idea terrificante di avere un’intelligenza inferiore alla media, e di non essere perciò in grado di capire cose che altri capiscono. Infatti la maggior parte della gente sopravvaluta la propria intelligenza.
L'intelligenza artificiale è sgradevole e spaventosa per molti perché svilisce la loro intelligenza e istruzione, perché dimostra che una macchina può pensare, scrivere, argomentare, risolvere problemi, programmare meglio di loro. È un affronto alla propria autostima e la paura di divenire sempre più irrilevanti.
Un soggetto dotato di un'intelligenza molto superiore rispetto alle persone con cui interagisce può avere grandi difficoltà nelle interazioni stesse. Ciò è dovuto ad un'eccessiva differenza tra le rispettive visioni del mondo, ed è tanto più vero quanto meno gli altri riconoscono la superiorità intellettuale del soggetto.
Questa epidemia è un test d'intelligenza. Sentire le diverse opinioni sulla pericolosità o banalità del virus, sulla sicurezza o nocività del vaccino, sulla legittimità o illegittimità delle misure di contenimento emanate dal governo, sui complotti mondiali per soggiogare e sfruttare la gente, fa capire come certe persone ragionano e sragionano.
L'intelligenza non è una proprietà singolare, ma si può essere diversamente intelligenti in diversi contesti. In altre parole, ad esempio, una persona può essere superintelligente in un contesto A e imbecille in uno B, laddove un contesto è una particolare configurazione di idee a cui sono associate particolari risposte emotive e motivazionali, oltre che cognitive.
L’emergenza Covid ha costituito un test di intelligenza funzionale. Molti non hanno superato il test, nel senso che non hanno capito la situazione in termini di probabilità di danni per sé e per gli altri, connessi alla vaccinazione, alla non vaccinazione, e all’uso e al non uso dei vari green pass. In altre parole, molti hanno dimostrato di non essere capaci di valutare la probabilità e l’entità del danno nei vari casi.
Quando due intelligenze si incontrano, esse tentano di dialogare costruttivamente, ma il tentativo fallisce quando l’una si accorge che i presupposti e i pregiudizi dell’altra sono inconciliabili con i propri. E allora esse decidono di andare ognuna per la sua strada oppure l’una cerca di modificare l’altra affinché si adatti ai propri presupposti e pregiudizi, e a tale scopo cerca di demolire le idee altrui con argomenti che l’altra parte rifiuta di prendere in considerazione per un istinto di autodifesa e di conservazione.
Il "senso della misura" è una capacità della mente umana distribuita in modo ineguale. Può difettare anche in persone altrimenti molto intelligenti. Ci sono persino persone che odiano i numeri e le misure, come se fossero la strada verso l'inferno dell'insensibilità e della freddezza emotiva, e sanno pensare solo in modo "qualitativo". Senza un maggiore senso della misura non ci salveremo. L'ecologia e l'economia sono questioni di numeri e di misure, oltre che di sentimenti e di cognizioni. Non c'è saggezza senza un adeguato senso della misura.
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