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Aforismi su Conflitto

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Un conflitto esterno può acutizzare un conflitto interno.
La miseria dell'umanità è dovuta a conflitti irrisolti, mistificati, nascosti.
Qualsiasi cosa può essere messa in discussione, e potrebbe essere utile farlo.
Le persone in disaccordo farebbero bene a trovare un accordo sulle ragioni del loro disaccordo.
Dovremmo cercare di metterci d'accordo almeno sulla definizione di ciò su cui non siamo d'accordo.
Un giudizio non condiviso è spesso causa di conflitto. Per questo molti evitano di giudicare e temono di essere giudicati.
Ogni discorso è basato su certi presupposti. È inutile criticare un discorso, conviene piuttosto criticare i suoi presupposti.
Succede comunemente che uno trovi errori e/o falsità nelle idee di un altro solo perché non le capisce, e/o perché non riesce a sopportarne le conseguenze emotive.
La dialettica è un gioco di logica. Ci sono i giocatori e gli spettatori, e quelli che non amano giocare con la logica, i quali vanno a fare o a vedere altri giochi per loro più congeniali.
È istintivo, automatico, involontario disprezzare le idee altrui che contrastano con le proprie e, quel che è peggio, disprezzare gli autori e ripetitori di tali idee. Dobbiamo fare un grande sforzo di volontà per ostacolare tale tendenza.
Ci sono persone che hanno una tale paura (conscia o inconscia) dei conflitti, che non solo cercano di evitarli, cioè essere coinvolte in un conflitto, ma in certe situazioni nemmeno li vedono nonostante i segni evidenti della loro presenza.
Io desidero prima di tutto che le mie idee vengano capite, anche se non vengono condivise. Ma ho spesso l'impressione che chi non condivide le mie idee non le condivide perché non le ha capite, non perché abbia trovato in esse degli errori o delle falsità.
Alla fine del conflitto il mio schieramento o quello avverso dominerà l'altro, a meno che la guerra non venga fermata. Ma se fermarla è impossibile, allora devo scegliere se combattere (e in quale campo) o stare fuori dalla mischia aspettando di conoscere il vincitore.
I conflitti nascono "naturalmente" sia dallo "status game" (a cui nemmeno i santi sono immuni), sia dal fatto che abbiamo idee, priorità, interessi e bisogni diversi. Perciò, in un certo senso ed in una certa misura, la presenza di conflitti è un segno di buona salute, sia dell'individuo che del gruppo in cui interagisce.
Dare ragione a qualcuno con cui c'è stata una discussione dialettica significa dichiararsi a lui intellettualmente inferiore, almeno per quanto riguarda il contesto della discussione. Per questo (dato che ognuno teme la propria inferiorità) è così raro che qualcuno ammetta di aver avuto torto nei confronti di un altro.
In questi giorni sto riflettendo sulle relazioni tra morale, competizione, conflitto, reazioni aggressive ecc. La buona gestione degli inevitabili conflitti (compresi quelli cognitivi) è importante per la buona vita. A mio parere, per ben gestire un conflitto bisogna salire di livello logico e ragionare in termini metaconflittuali. Rinunciare a confliggere non mi sembra utile.
La vita umana è caratterizzata da una quantità di conflitti esistenziali e sociali che la rendono difficile e che impongono continuamente scelte rischiose e dolorose: appartenenza vs. libertà, cooperazione vs. competizione, imitazione vs. differenziazione, uguaglianza vs. diversità, responsabilità vs. irresponsabilità, impegno vs. disimpegno, accoglienza vs. rigetto, approvazione vs. critica, tolleranza vs. punizione, fiducia vs. diffidenza, obbedienza vs. ribellione, cambiamento vs. mantenimento, ecc.
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