5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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Homo homini ignarus.
Credere è una scelta involontaria.
Meglio perdere tempo che usarlo male.
Ogni filosofia è una mappa diversa della realtà.
La causa principale dell'ateismo è la lettura della Bibbia.
Il problema con la gente non è ciò che fa, ma ciò che non fa.
A volte, volendo fare tante cose, si finisce per non fare nulla.
La speranza non risolve i problemi, ma aiuta a sopportare le pene.
Il grave difetto della logica aristotelica è che non tiene conto del tempo.
Una previsione consiste nell'aspettativa di ripetizione di un'esperienze passata.
Siamo tutti in cerca di servi, padroni e alleati, e stiamo male se non li troviamo.
È impossibile parlare di morale senza accusare implicitamente qualcuno di immoralità.
Molti matrimoni sopravvivono solo per la paura, di uno o entrambi i coniugi, di restare soli.
Siamo tutti diversamente intelligenti e ognuno valuta l'intelligenza altrui usando la propria.
Cosa vuole il mio inconscio? Questa domanda dovrebbe costituire la mia preghiera quotidiana.
L'uomo è schiavo di se stesso, cioè del proprio corpo, delle proprie memorie, delle proprie logiche.
Non viviamo per conoscere, ma conosciamo per vivere, ovvero per meglio soddisfare i nostri bisogni.
Un momento di felicità fa dimenticare le infelicità passate passate, e non fa prevedere quelle future.
Chi cerca di piacere agli altri rischia di sottomettersi ad essi. Io vorrei piacere agli altri dominandoli.
Ogni tanto bisogna buttare via le chiavi che non aprono nessuna porta per impedire loro di fare confusione.
L'effetto umoristico è provocato dall'ambiguità della percezione di un individuo come temibile e innocuo.
Conoscendo gli altri (in termini di somiglianze e di differenze) conosciamo anche noi stessi, e non viceversa.
Per non essere conformisti è necessario uno sforzo doloroso, perché il conformismo è una tendenza naturale.
Invece di chiederti "chi sono?", chiediti "a quali gruppi e a quali categorie appartengo? Cosa/chi mi appartiene?”
La vita ha bisogno di bisogni, nel senso che consiste nella soddisfazione di bisogni e non potrebbe riprodursi se non avesse bisogno di farlo.
Possiamo essere socialmente liberi solo nella solitudine. Perciò la libertà sociale ci fa paura e ci fa stare male, sia la nostra che quella altrui.
Competizione, disaccordo, non condivisione, non cooperazione, conflitto. Ognuna di queste cose può essere causa e conseguenza delle altre.
Ognuno umano desidera appartenere a certe categorie e a certi gruppi sociali e non appartenere a certe altre categorie e a certi altri gruppi sociali.
È illusorio e nocivo presumere che gli altri pensano e sentono come noi, perché tale illusione ci disincentiva dall’ apprendere come pensano e sentono gli altri.
Gli altri ci giudicano, e noi giudichiamo gli altri. Da tali giudizi, di cui siamo più o meno consapevoli, dipendono le nostre interazioni e le nostre non-interazioni.
Ogni umano è motivato ad appartenere a cose di valore e a possedere cose di valore, secondo i valori tipici delle comunità a cui appartiene o a cui vorrebbe appartenere.
L'appartenenza di un'entità a certe categorie determina le proprietà dell'entità stessa, così come le proprietà di un'entità determinano la sua appartenenza a certe categorie.
A differenza degli altri animali, l'uomo non può sopravvivere senza maestri di vita. Infatti, la qualità della sua vita dipende molto dalla qualità dei maestri da cui viene istruito.
La filosofia è la ricerca della verità, ma non di verità qualunque, bensì di quelle verità che giustificano e nobilitano il pensiero e il comportamento del filosofo e dei suoi amici.
La conoscenza consiste in risposte a domande come le seguenti: quali forme? Insieme con quali altre forme? In quali relazioni? In quali interazioni? In quali misure? Da quali cause? A quali fini?
Ogni umano teme di essere maltrattato, ingannato, asservito, sfruttato, oppresso, soppresso, escluso, ignorato da altri. Questi timori sono causa di stress, sofferenze, malattie e disturbi mentali e fisici.
Per la felicità è meglio appartenere a un piccolo gruppo molto unito che a un grande gruppo poco unito. Ma il piccolo gruppo rischia di essere annientato dal gruppo più grande, invidioso dell'unità dell'altro.
Possiamo chiederci il perché di qualsiasi cosa, e il perché di ogni perché, e di ogni perché del perché, e così via senza fine, e ogni tanto dovremmo farlo, fino alla noia, per renderci conto della nostra ignoranza.
Mai come oggi gli esseri umani hanno avuto tante opzioni tra cui scegliere. Il nostro futuro dipende dalla nostra capacità di scegliere ciò che è meglio per noi come individui, come società, come specie e come ecosistema.
Un essere umano, per concedere i suoi favori ad un altro vuole sempre qualcosa in cambio, qualcosa che soddisfi qualche suo bisogno o desiderio, compresi i bisogni di dare, di aiutare, di accudire, di servire, di partecipare, di appartenere ecc.
Per i più, l'inconscio è una piccola parte della coscienza, mentre è vero il contrario. Infatti la coscienza è una piccola parte dell'inconscio e ha poteri molto limitati sulla nostra vita e sulle nostre scelte, anche se si illude di essere la padrona di casa.
Nulla ci rende più felici che la sensazione di essere uguali e uniti agli altri. Per questo tendiamo a illuderci e a illudere gli altri che siamo veramente uguali e uniti, e a tale scopo chiudiamo spesso gli occhi di fronte alle evidenti differenze e competizioni tra noi umani.
Si può entrare a fare parte di un meccanismo sociale (inteso come sistema) sia modificandolo (per esempio aggiungendovi una nuova funzione) sia senza modificarlo (per esempio sostituendo una o più persone o aumentando il numero di persone aventi una certa funzione).
Quando facciamo una cosa di un certo tipo, ci qualifichiamo come appartenenti alla categoria di persone che fanno quel tipo di cose, con tutti gli attributi socialmente pregevoli e spregevoli del caso. Per questo siamo indotti consciamente o inconsciamente a fare o a non fare cose di un certo tipo.
Un essere umano è una realtà molto più complessa e imprevedibile di come i suoi simili (ed esso stesso) lo percepiscono, lo classificano e lo giudicano. Infatti l'essere e la percezione dell'essere sono cose molto diverse, anche se interconnesse, così come una mappa non equivale al territorio che rappresenta.
L'io cosciente comprende tre soggettività: la cognizione, il sentimento e la motivazione (io so, io sento, io voglio). Tutto il resto è oggetto, e un oggetto può essere una macchina. D'altra parte, oggetti e macchine interni ed esterni alla propria persona causano e determinano le proprie cognizioni, i propri sentimenti e le proprie motivazioni.
Non abbiamo il dovere di amare, ma se non amiamo nulla e nessuno, la nostra vita è insignificante, arida, e dolorosa, perché in tal caso nessuno ci amerà. Abbiamo infatti bisogno di essere amati, almeno in una certa misura, ma purtroppo essere amati non è un diritto, anche perché siamo liberi (almeno in teoria) di scegliere chi amare e quanto amare.
Qualcosa nella mente di ogni umano decide momento per momento quali sentimenti egli deve avere verso gli altri: amore, odio, apprezzamento, disprezzo, rispetto, insolenza, attrazione, repulsione, paura, fiducia, diffidenza, colpevolezza, vergogna, superiorità, inferiorità, rabbia, dolcezza, dominazione, sottomissione, ribellione, arrendevolezza ecc.
In ogni momento ogni essere umano deve stabilire (consciamente o inconsciamente) il grado ottimale di altruismo a cui attenersi a seconda delle circostanze, sapendo che troppo egoismo comporta il rigetto, e troppo altruismo lo sfruttamento, da parte degli altri. La difficoltà di tale compito è fonte di stress mentale e fisico, e comporta una certa mistificazione delle proprie reali motivazioni e intenzioni.
Pensare è come scandire una memoria, è come il lavoro della puntina di diamante che scorre tra i solchi di un disco che gira su un grammofono. Quella puntina può generare un suono, più o meno semplice, alla volta. Per percepire il contenuto completo del disco completo bisogna aspettare che la puntina lo percorra tutto, e alla fine ci resterà un vago ricordo di ciò che abbiamo ascoltato, filtrato dalla nostra sensibilità e dalle nostre preferenze.
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