5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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La stupidità è contagiosa.
È difficile convivere con gli umani.
I cristiani si dividono in pecore e pastori.
Prepararsi al cambiamento è già cambiare.
Ognuno adotta la morale che gli conviene.
Dietro ogni ideale si nasconde una gerarchia.
L'uomo è un animale credulone e presuntuoso.
Il fotografo è un cacciatore di immagini suggestive.
Se gli altri non ti capiscono, cerca tu di capire loro.
La società è così falsa che solo chi sa mentire sopravvive.
Per limitare l'uso della forza è necessario l'uso della forza.
Quando non so dove andare sento il bisogno di essere guidato.
Certe persone starebbero bene se non avessero paura di star male.
La coscienza del presente è il ricordo di un passato appena trascorso.
Chi ha la pelle dura non può capire chi ha la pelle delicata, e viceversa.
La felicità è una continua sfida, continuamente, e mai definitivamente, vinta.
È l'insoddisfazione di bisogni che spinge l'uomo a superare se stesso e/o gli altri.
Durante il sonno, nel mio cervello si formerà una nuova idea. Al risveglio la conoscerò.
La mente consiste in una rete di relazioni tra ricordi, concetti, sentimenti, e motivazioni.
Ognuno vede il mondo, e ne fa esperienza, con gli occhi delle sue precedenti esperienze.
Così come non tutti hanno bisogno della medicina, non tutti hanno bisogno della psicologia.
Una volta arte e bellezza andavano sempre insieme. Da quasi un secolo hanno preso strade diverse.
Qualsiasi pensiero è infimo rispetto alla complessità del mondo e a quella di qualsiasi mente umana.
Se non avessimo bisogno e paura gli uni degli altri non saremmo possessivi, né vili, né violenti, né falsi.
Molti credono di conoscere Dio, in realtà hanno perso la capacità di conoscere realisticamente sé stessi e gli altri.
Condividere un dolore può lenire il dolore stesso, perché qualunque condivisione non indesiderata è fonte di piacere.
La televisione non fa altro che presentarci continuamente modelli di comportamento da imitare e altri da non imitare.
Amore è avere qualcuno che puoi abbracciare in qualsiasi momento senza un motivo particolare e senza dover dare spiegazioni.
Ci sono persone che credono in certe cose perché se non ci credessero perderebbero la stima dei membri della propria comunità.
Per risolvere i quotidiani doppi vincoli della nostra civiltà, molti ricorrono all'autoinibizione (inconscia) della propria capacità critica.
Rispettare una persona significa anche riconoscere i suoi limiti e le sue incapacità, ovvero non aspettarsi da essa ciò che non può fare né pensare.
Amore: il bisogno di interagire simbioticamente con una certa persona o altro essere vivente o non vivente, in modo duraturo, possibilmente eterno.
Anche un bambino ha una visione del mondo. La visione del mondo di un adulto non è necessariamente più vera di quella di un bambino, ma solo più complessa.
Ad ogni cosa che vedo o che sento ho una certa reazione cognitivo-emotiva automatica e involontaria. Posso cambiarla? Voglio cambiarla? Quanto? Quanto? Dove? Come?
L'appartenenza di un'entità a certe categorie determina le proprietà dell'entità stessa, così come le proprietà di un'entità determinano la sua appartenenza a certe categorie.
In un certo senso, un bambino è come un robot programmabile. Il fatto che abbia emozioni e sentimenti rende la programmazione più semplice ed efficace anche per i non esperti.
Un umano ha bisogno di essere considerato umano dagli altri, e di sentirsi umano. Per questi motivi sente il bisogno di comportarsi come un umano, cioè come crede che un umano debba comportarsi.
La conoscenza non è fonte di felicità in sé, ma ha valore nella misura in cui può aiutarci a capire cosa dobbiamo fare per essere più felici, ovvero per soffrire di meno e godere di più, cioè per soddisfare meglio i nostri bisogni.
Un fatto è un'azione fatta da qualcuno e/o qualcosa, che ha avuto certi effetti su certe persone e/o certe cose. Capire un fatto significa capire chi/cosa, come, e perché ha fatto il fatto, e quali effetti il fatto ha avuto su certe persone o cose.
Ci hanno insegnato a non mentire ma poi abbiamo imparato che dire ciò che pensiamo è sconveniente. Molti sono incapaci di gestire questa contraddizione e per questo evitano di pensare, oppure non fanno altro che infastidire gli altri svelando i loro inganni.
Le appartenenze sono fondamentali nelle interazioni tra individui in quanto da esse dipendono diritti, doveri, gerarchie, solidarietà, conflitti, comprensioni, incomprensioni, limiti, libertà ecc. Chi stabilisce tali appartenenze? Quali conflitti e discrepanze le riguardano?
La maggioranza della gente evita di parlare di filosofia e di psicologia per evitare di essere giudicata. Infatti la psicologia giudica chi che è mentalmente sano o malato, e la filosofia giudica chi che è morale o immorale, giusto o ingiusto, intelligente o stupido, vero o falso.
L'uomo moderno ha rinunciato all'idea di un'etica condivisa e oggi siamo all'assurdo che ognuno ha un'etica soggettiva, "fai-da-te", il che toglie all'etica la sua ragione di esistere. Comunque, per definire un'etica occorre una profonda conoscenza della natura umana, cosa che oggi è alquanto rara.
Di norma, gli esseri non viventi sono formati e regolati solo da energie; quelli viventi, da informazioni connesse con energie. I computer sono un'eccezione, in quanto sono regolati da informazioni connesse con energie, ma non sono viventi. O meglio, sono quasi viventi essendo (per ora) incapaci di riprodursi.
L'io deve salire di livello rispetto al resto della mente, ovvero al resto del software che ci governa. Non deve perciò dire "io voglio x e non voglio y", ma "il mio software vuole x e non vuole y". Non deve dire "io e te non siamo d'accordo, ma i nostri software non sono d'accordo. Non "io amo x", ma "il mio software ama x". Non "io odio y", ma "il mio software odia y". Non "io penso x", ma "il mio software pensa x".
L’uomo non è padrone, ma schiavo, dei propri sentimenti. Questi hanno un insieme di padroni (che qualcuno chiama dèmoni), i quali usano i sentimenti per obbligare l’uomo a comportarsi come essi vogliono. All’uomo non resta dunque che conoscere le volontà di questi padroni, per obbedire loro ed essere premiato con sentimenti gradevoli, sapendo che in caso di disobbedienza sarà punito con sentimenti dolorosi.
A volte facciamo con piacere certi sforzi perché ci aspettiamo che ci porteranno dei vantaggi o dei piaceri. Se poi i risultati anziché positivi sono negativi, ci sentiamo triplamente infelici: perché siamo delusi e frustrati, perché ci siamo sforzati inutilmente (non ne valeva la pena) e perché ne abbiamo ricavato una sofferenza o uno svantaggio. Per evitare questa tripla sconfitta, conviene, quando ci accingiamo a fare qualcosa di impegnativo, essere realisti nel prevedere le conseguenze dei nostri sforzi.
Trovo interessante il fatto che i discorsi relativi alla morale sessuale riscuotano sempre un grande interesse e rivelino una marcata polarizzazione dei giudizi. Credo che ciò sia il sintomo di un problema che ci riguarda tutti e che né la modernità né la postmodernità hanno ancora risolto. In altre parole: la sessualità resta un grosso problema per la società in generale e per la nostra in particolare. Altri sintomi sono la diffusione e la vitalità della prostituzione e della pornografia dovunque non siano severamente proibite per legge.
La ricerca della Verità (con la v maiuscola, da intendersi come verità assoluta, universale, eterna) è a mio avviso nociva sia quando qualcuno in buona o cattiva fede asserisce di averla trovata e la descrive per manipolare le menti degli ingenui a fini di potere, sia quando distoglie chi la cerca dall'affrontare i problemi pratici, concreti e dolorosi della convivenza, della cooperazione, della competizione tra umani, della morale, dove si possono raggiungere certe verità (con la v minuscola) utili alla soluzione di problemi, e dove si può progredire.
Quando due individui si incontrano, in ciascuno di essi si attiva un automatismo inconscio che mira a stabilire quale atteggiamento assumere verso l'altro. Tale atteggiamento può essere più o meno amichevole o ostile, cooperativo o competitivo, fiducioso o diffidente ecc. L'algoritmo che determina l'atteggiamento da tenere verso l'altro tiene conto simultaneamente di vari fattori che possiamo solo ipotizzare. Tra di essi suppongo vi sia un'interpretazione del modello di comportamento altrui e una stima della compatibilità di tale modello con il proprio.
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