5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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Ognuno capisce a modo suo.
Ogni umano è giudice e imputato.
Gli aforismi sono distillati di idee.
Un inganno è una violenza nascosta.
L'uomo è un animale credulone e presuntuoso.
Ogni discorso è una semplificazione della realtà.
La metafisica è il rifugio di chi è debole in fisica.
Felicità è avere energie da spendere, e spenderle.
A nessuno perdoniamo la colpa di esserci antipatico.
La felicità dipende anche dai pensieri che pensiamo.
È difficile parlare della natura umana senza che qualcuno si offenda.
Dio, salvaci da quelli che prendono troppo sul serio la loro religione.
Se il dio di Abramo esiste, non è una divinità seria, perché gioca a nascondino.
La cooperazione tra umani si basa sulla condivisione di modelli di comportamento.
Le culture sono come monete. Hanno valore solo nei gruppi in cui vengono scambiate.
I bambini imparano dai genitori non solo la lingua madre ma anche la mentalità madre.
La maggior parte della gente pensa che ciò che non riesce a capire non sia importante.
La domanda più importante è: quali sono le domande più importanti per un essere umano?
Quando la democrazia non riesce a dare ordine e prosperità, la dittatura le viene in soccorso.
Ogni persona rispetto ad ogni altra vorrebbe che vi fosse una certa distanza più o meno grande.
Siamo schiavi dei nostri giudizi. Infatti scegliamo sempre di fare ciò che riteniamo più giusto fare.
Tutto ciò che non è casuale non è libero, perché è soggetto a leggi o logiche. Solo il caso è libero.
Quanto più una verità è semplice tanto più è falsa. Ma anche una verità complessa può essere falsa.
Quasi tutto ciò che facciamo è cercare di condividere qualcosa (di materiale o di immateriale) con altri.
Andare alla messa serve soprattutto a dimostrare di appartenere alla comunità di coloro che vanno alla messa.
Immaginare algoritmi diversi dai propri è un esercizio terapeutico e creativo, che può migliorare i propri automatismi.
Ciò che percepiamo, sentiamo, vediamo, ricordiamo sono costruzioni della nostra mente più o meno corrispondenti alla realtà.
Quasi tutti pensano di sapere quanto basta su come comportarsi con gli altri, e non cercano di imparare qualcosa a tale riguardo.
I materialisti consigliano di pensare di più, gli spiritualisti di pensare di meno. Io che sono pragmatico preferisco pensare meglio.
Chi non ha più voglia di giocare ha rinunciato alla felicità. Il problema è trovare un gioco che piaccia anche ai propri interlocutori.
Nessuno dovrebbe essere criticato né giudicato per ciò che non ha espresso, perché non esprimere una certa cosa non equivale a negarla.
La vita, per chi la vive, è fatta di piaceri e dolori, desideri e paure, che la mente (conscia e inconscia) cerca di gestire come meglio può.
Il pensiero è intrinsecamente limitato, insufficiente, e in quanto tale ingannevole, dato che possiamo pensare solo poche cose simultaneamente.
Dobbiamo giudicare meglio, non giudicare meno. Astenersi abitualmente dal giudizio è immorale perché la morale si esercita attraverso il giudizio.
Essere amati da Dio è un'idea sciocca e ingenua, sia che Dio esista, sia che non esista. Uno che ti punisce se non credi in lui e se non lo ami, ti ama?
In assenza di conflitti la vita è piatta e noiosa. In presenza di conflitti insuperabili la vita è dolorosa. L'ideale è avere sempre qualche conflitto superabile da gestire.
Certi pensieri possono inquietare, altri possono rassicurare. Se vogliamo essere sereni dovremmo pensare pensieri rasserenanti, ammesso che uno possa scegliere a cosa pensare.
Siamo tutti marionette guidate dai meccanismi neurologici del piacere e del dolore e dalla previsione del piacere e del dolore, ognuno con le sue particolari mappe sentimentali.
I rapporti interpersonali comportano vantaggi e svantaggi, e ognuno vorrebbe avere più vantaggi e meno svantaggi. Il problema è che i vantaggi per alcuni corrispondono a svantaggi per altri, e viceversa.
Ci sono persone che hanno una tale paura (conscia o inconscia) dei conflitti, che non solo cercano di evitarli, cioè essere coinvolte in un conflitto, ma in certe situazioni nemmeno li vedono nonostante i segni evidenti della loro presenza.
Volendo distinguere in "naturali" e "artificiali" gli atti umani, si potrebbe dire che tutto ciò che facciamo di simile ad altre specie animali sia "naturale" e tutto ciò che è specificamente, esclusivamente umano sia "artificiale" ovvero un prodotto culturale.
A che serve la conoscenza se non viene usata per ridurre i mali dell'umanità e per soddisfare i bisogni propri e altrui? Se la conoscenza non viene usata in tal senso, serve solo come status symbol o come distintivo di appartenenza ad una certa categoria sociale.
Per essere apprezzati bisogna essere bravi servi o bravi padroni, bravi discepoli o bravi maestri, brave pecore o bravi pastori, bravi amici o bravi nemici, bravi conservatori o bravi progressisti, bravi tradizionalisti o bravi rivoluzionari, bravi buffoni o bravi artisti.
Molti pensano che una mente possa essere sana o malata, intendendo "interamente" sana o "interamente" malata. Ma così come il corpo può essere parzialmente malato e in modo più o meno grave, così anche la mente. Tuttavia quasi tutti credono di essere interamente sani o interamente malati di mente.
La felicità è uno stato emotivo di intensità variabile caratterizzato da assenza o scarsità di dolore, ottimismo e piacere connesso alla soddisfazione dei bisogni primari propri e delle persone con cui si è in relazione. Non si può essere sempre felici, ma si può essere più o meno felici momento per momento.
Quando la logica sembra soffocarci, il pensiero poetico, magico, spirituale, trascendentale, ebbro di bellezza, viene in nostro aiuto per liberarci dalle catene della razionalità. Che quel pensiero sia illusorio non ha allora alcuna importanza, dato che i suoi effetti ansiolitici ed esaltanti sul nostro umore sono reali e misurabili.
Se riuscissimo ad esercitare un libero arbitrio non influenzato da sentimenti o interessi, saremmo in preda ad un profondo sconforto, non sapendo dove una libertà così totale potrebbe condurci. E allora, per neutralizzare l'angoscia, ci troveremmo a scegliere se rientrare nella nostra abituale gabbia mentale o cercarne una nuova.
Non esistono cause prime: ogni causa è conseguenza di una o più altre cause. L'uovo è prodotto dalla gallina, e la gallina è prodotta dall'uovo. La società è formata dagli individui, e gli individui sono formati dalla società. L'io cosciente è influenzato dall'inconscio, e l'inconscio è influenzato dall'io cosciente. La natura è piena di relazioni causali circolari.
Non appena A sospetta che B sia suo nemico, A diventa nemico di B, e perde ogni obiettività nel giudicarlo. Da quel momento A si arma contro B e il suo bias cognitivo trova in B ogni possibile colpa per dimostrare l'inimicizia di B verso A e giustificare quella di A verso B. Questo atteggiamento è reciproco, e dà luogo ad uno scambio di calunnie e di colpi bassi.
L'introverso giudica negativamente (in senso morale e intellettuale) la maggior parte della gente e, a causa del suo profondo senso di giustizia, si sente inconsciamente in colpa per questo suo atteggiamento. Pertanto si aspetta di essere punito dalle persone che sono oggetto del suo giudizio negativo. Di conseguenza teme gli altri e non ha pace. Questa dinamica mentale è normalmnete inconscia.
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