5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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Sapere non significa capire.
Il probabile non è sempre vero.
Non si può capire ciò che non si conosce.
Siamo tutti sostituibili, e saremo sostituiti.
Sentirsi liberi non significa esserlo davvero.
Criticare o non criticare, questo è il dilemma.
È triste avere bisogno di persone che disprezziamo.
Dovremmo tenere la mente libera da pensieri inutili e cattivi.
Una laurea in filosofia non costituisce una patente di saggezza.
L'attenzione è la prima cosa che il dominatore esige dal dominato.
Protestare senza proporre soluzioni alternative è tipico dei bambini.
Pensare al pensiero è pensare ad un livello logico superiore a quello di base.
Se certi bisogni non vengono soddisfatti, la psiche e/o il corpo si possono ammalare.
La condivisione dei gusti è quasi sempre il risultato di un condizionamento culturale.
È disonesto (se non stupido) far passare per verità o fatti ciò che è solo interpretazione.
Le parole possono far bene e possono far male. Possono far ammalare e possono guarire.
Per la maggior parte delle persone le verità sono noiose o fastidiose, le falsità eccitanti.
La creatività consiste nella capacità di (e nella motivazione a) trasformare idee e forme.
Ognuno vede e non vede, nota e non nota, ciò che gli conviene per la propria tranquillità.
Un essere umano non può vivere senza continuamente obbedire a delle leggi naturali e sociali.
Non si può costringere nessuno a dialogare, a rispondere alle nostre domande, a comprenderci.
Ogni cultura contiene norme che servono a conservarla, cioè a impedire che possa essere cambiata.
Io non credo nelle sacre scritture, ma le leggo per capire la mentalità di chi le ha scritte e di chi le segue.
Affinché due persone possano essere amiche, esse devono appartenere ad una stessa classe di esseri umani.
La coscienza è la percezione e cognizione del tempo del proprio corpo, stretto tra il suo passato e il suo avvenire.
Molti si preoccupano di migliorare il proprio corpo e non capiscono che invece dovrebbero migliorare la loro mente.
Un effetto della scarsità di intelligenza è l'incapacità di rilevare contraddizioni logiche nei discorsi e nelle narrazioni.
La gente acquista certi prodotti per la loro utilità pratica e/o perché essi esprimono appartenenze a certi insiemi sociali.
Ognuno vorrebbe che gli altri condividano le proprie idee, i propri valori, i propri sentimenti, i propri gusti e i propri progetti.
Se io ti parlo di un concetto filosofico e tu capisci immediatamente ciò che ti dico, vuol dire che non ti sto dicendo nulla che tu non sapessi già.
L'uomo ha addomesticato (per usarla) ogni specie animale che si è lasciata addomesticare, compresa quella umana. L'uomo è infatti un animale domestico.
Il tatto è una disattenzione volontaria praticata per non mettere in difficoltà il proprio interlocutore quando questo rivela inavvertitamente qualcosa di inquietante.
Una certa cosa che mi piace a qualcuno dispiace. Una certa altra cosa che mi dispiace a qualcuno piace. Queste discordanze rendono difficile e dolorosa la vita umana.
L'inconscio ha una logica, ma diversa da quella dell'io cosciente. Conoscere il proprio inconscio significa conoscere la sua logica, ovvero i programmi secondo i quali prende le sue decisioni.
Conoscere le menti altrui, a partire da quelle dei propri vicini, è per me molto più importante e appassionante che conoscere altri popoli senza esplorare le particolari strutture delle loro menti.
Più che «gettati nel mondo» (espressione di Martin Heidegger), siamo gettati in una società dove circolano persone sospette, come lo stesso Heidegger, che ci parlano in modo inutilmente astruso.
Con i pronomi personali (io, tu, lui...) non dobbiamo intendere persone intere, ma solo la parte cosciente di esse, ovvero una piccolissima parte delle loro menti. Perciò è appropriato dire "io e il resto della mia mente", "io e il mio corpo" ecc.
In ogni momento, ogni essere vivente vuole e cerca di ottenere certe cose, e non vuole, e cerca di evitare, certe altre cose, secondo certe logiche consce o inconsce. La psicologia dovrebbe indagare tali logiche e farle conoscere agli interessati.
Quando due individui s'incontrano, gli algoritmi (consci e inconsci) di entrambi cercano di determinare le possibili relazioni e interazioni tra loro, ciascuno secondo i propri schemi predefiniti, cioè secondo la propria mappa cognitivo-emotivo-motiva.
Nella mente avvengono continuamente connessioni logiche tra enti mentali, quando ciò non viene impedito da autocensure o pregiudizi. Per diventare più intelligenti, creativi e aperti è necessario rompere quanti più possibili isolamenti ingiustificati tra enti mentali.
"Normale" non significa "sano". Sano è chi non soffre se non in misura occasionale, giustificata e proporzionata rispetto alle cause. Ci sono società, come la nostra, dove è "normale" avere disturbi mentali, soffrire per motivi irrazionali, ovvero cercare ciò che fa male e non cercare ciò che fa bene.
Il micro e il macro si influenzano reciprocamente. La macroeconomia è influenzata dalla microeconomia e viceversa. La macrosociologia è influenzata dalla microsociologia e viceversa. La microsociologia è oggetto di studio della psicologia e dell'interazionismo simbolico di George Herbert Mead e di Herbert Blumer.
Il libero arbitrio (ammesso che esista) consiste nello scegliere in quale ambiente stare, se interagire o non interagire, con chi interagire o non interagire, e se continuare o smettere di interagire. Durante l'interazione, infatti, prevalgono gli automatismi della nostra mente, e il libero arbitrio non può essere esercitato.
Una mente superiore è una mente capace di studiare se stessa, ovvero la propria struttura e il proprio funzionamento, e di modificarsi volontariamente e consapevolmente, nei limiti del possibile, per migliorare le proprie interazioni con il mondo esterno e interno, in modo da soddisfare meglio i bisogni della propria persona.
Ciò che determina la qualità delle interazioni umane sono le aspettative e i desideri reciproci, ovvero cosa ciascuno si aspetta e desidera dall'altro. Se tali cose sono compatibili e complementari, l'interazione è pacifica, costruttiva, soddisfacente; se sono incompatibili o conflittuali essa è violenta, distruttiva, insoddisfacente.
Da quando siamo nati, innumerevoli persone, direttamente o indirettamente, ci dicono ciò che è vero, ciò che e buono, ciò che e bello e i loro contrari, e ci danno consigli e raccomandazioni, spesso contrastanti. A chi credere? Con quale metodo possiamo distinguere il vero dal falso, l'utile dall'inutile, il benefico dal nocivo?
Qualcosa nella mente di ogni umano decide momento per momento quali sentimenti egli deve avere verso gli altri: amore, odio, apprezzamento, disprezzo, rispetto, insolenza, attrazione, repulsione, paura, fiducia, diffidenza, colpevolezza, vergogna, superiorità, inferiorità, rabbia, dolcezza, dominazione, sottomissione, ribellione, arrendevolezza ecc.
In questi giorni sto riflettendo sulle relazioni tra morale, competizione, conflitto, reazioni aggressive ecc. La buona gestione degli inevitabili conflitti (compresi quelli cognitivi) è importante per la buona vita. A mio parere, per ben gestire un conflitto bisogna salire di livello logico e ragionare in termini metaconflittuali. Rinunciare a confliggere non mi sembra utile.
Ci sono persone che, se non fingessero di essere normali, sarebbero sole come cani randagi (a volte mi sento come uno di loro). Il problema è che gli "anormali" lo sono tutti in modi diversi per cui un anormale è "normalmente" incompatibile non solo con i "normali", ma anche con tutti gli altri anormali. Un'amicizia tra anormali è dunque molto improbabile, per cui essi sono condannati alla solitudine a meno che, ogni tanto, non fingano di essere normali o che la loro anormalità sia uguale a quella della persona con cui vogliono avere una relazione.
Sapere significa essere capaci di prevedere il futuro in certe ipotesi. Per esempio, io so che se metto la mano nel fuoco, questa brucerà e io proverò un forte dolore, oppure che se voglio percorrere a piedi l'Equatore, devo fare un certo numero di passi di una certa lunghezza. L'uomo sa ben poche cose su se stesso; per esempio non sa perché soffre né perché gode, ovvero non conosce le cause dei suoi piaceri e dei suoi dolori essendo queste molto complesse e poco esplorate, o le conosce in minima parte e spesso erroneamente, illudendosi di conoscerle pienamente e certamente.
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