5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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Più saggi, più soli.
La libertà assoluta è il vuoto.
L’eleganza si veste di semplicità.
Siamo gelosi degli altri degli altri.
Ogni discorso è una semplificazione della realtà.
Il sapiente sa trovare somiglianze nelle differenze.
La vita sarebbe molto noiosa se conoscessimo il futuro.
L'io cosciente è progressista, l'inconscio è conservatore.
Riconoscere i propri limiti è il primo passo per superarli.
C'è gente che si finge felice per non dare segni di debolezza.
Per essere accettati e stimati ci facciamo piacere cose che in realtà ci sono indifferenti.
Ognuno ha ragione dal suo punto di vista, e i punti di vista possono essere molto diversi.
Considera una persona e chiediti: cosa condivide? Con chi? Cosa non condivide? Con chi?
Molti non amano coloro che con la propria luce mettono in ombra la loro minore intelligenza.
Se uno non vuol capire una certa cosa è perché non capisce che capirla potrebbe essergli utile.
Felice è chi crede ad una falsa promessa di felicità, finché non scopre che la promessa era falsa.
La coscienza è un riassunto, un compromesso, e una giustificazione della parte nota dell'inconscio.
Se la verità non creasse problemi, nessuno la nasconderebbe o la combatterebbe e nessuno mentirebbe.
Nulla è ovvio. Di qualunque evento e fenomeno è lecito chiedersi il perché, cioè per quale causa e/o fine.
Se la maggioranza degli elettori pensa solo a tirare a campare, i governi che escono dalle elezioni fanno altrettanto.
Le persone fisicamente più deboli sono le più motivate a risolvere i problemi con l'intelligenza anziché con la forza.
La tecnologia è troppo importante (nel bene e nel male) per lasciare che venga amministrata da tecnologi e tecnocrati.
Coloro che sono senza peccato tendono a disprezzare tutti gli altri. Altrimenti non avrebbero motivo di mantenersi puri.
Una delle tragedie dell'umanità è il fatto che spesso la gioia di uno comporta la tristezza di altri. Infatti, per uno che vince, altri perdono.
Appena diamo un nome a una cosa creiamo un'astrazione, a cui attribuiamo certe proprietà. Ma il nome di una cosa non è la cosa nominata.
È pericoloso parlare di natura umana con un essere umano, perché ciò implica parlare anche di esso, ed è facile offenderlo dicendo la verità.
Agire, subire, informare, informarsi, lasciarsi informare, danno luogo all'appartenere e al possedere, e questi danno luogo all'essere, cioè alle identità.
Io ti valuto, tu mi valuti, io mi valuto, tu ti valuti, tutti valutano gli altri e se stessi. Secondo quali cognizioni? Quali sentimenti? Quali motivazioni? Quali logiche?
Una certa cosa che mi piace a qualcuno dispiace. Una certa altra cosa che mi dispiace a qualcuno piace. Queste discordanze rendono difficile e dolorosa la vita umana.
La messa in atto della propria capacità di fare del male a qualcuno può dare una piacevole sensazione di potenza. Per questo molti fanno del male anche gratuitamente.
Ho diversi maestri e cerco di collegare e organizzare le loro idee in modo da ottenere una comprensione della natura umana che sia maggiore della somma dei singoli saperi.
Ogni appartenenza necessità il rispetto di certe regole (forme, norme, valori) e la soddisfazione di certi requisiti (obblighi e divieti). In altre parole, ogni apppartenenza è condizionata.
Noi facciamo, o evitiamo di fare, tantissime cose per motivi che non conosciamo, vale a dire per scopi, strategie e logiche inconsci. La psicologia dovrebbe aiutarci a conoscere tali motivi.
Un piacere può essere prodotto da una libido o dalla diminuzione di una sofferenza. Analogamente, un dolore può essere prodotto da una nevralgia o dell'aspettativa di un trauma o di una disgrazia.
A mio parere la vicenda nazista non è stata né elaborata (da un punto di vista psicologico e filosofico) né capita dalla maggior parte degli esseri umani. Perciò può ripetersi in forme più o meno diverse.
Tra la realtà reale e la realtà percepita dalla mente umana c'è una differenza abissale. La mente contiene una piccola mappa della realtà, costruita dall'uomo con tutti gli errori, le omissioni e le falsità del caso.
Prima di rispondere ad una domanda, poniamoci un'altra domanda: cioè se vale la pena di trovare una risposta a quella domanda, ovvero se non vi siano domande più interessanti di quella, a cui cercare di rispondere.
La musica è come una droga. Quando ascolto musica mi immergo in un piacevole e incantevole mondo immaginario che corrisponde ai miei interessi e alla mia sensibilità, dimenticando quello reale che non vi corrisponde.
Nessuno tollera di farsi ingannare, ma certe persone si fanno ingannare da persone che si spacciano per svelatori di inganni. Mi riferisco ai cosiddetti complottisti, che vedono inganni inesistenti e non vedono quelli esistenti.
Molte religioni, tra cui quelle abramitiche, promettono l'immoralità a chi si sottomette al presunto volere divino interpretato arbitrariamente dal clero. Promettere qualcosa di cui non si dispone è una truffa, roba da ciarlatani.
Il mio inconscio ragiona così: X non può avere ragione perché, se l'avesse, dovrei odiare chi amo, disprezzare chi apprezzo e ammettere di essere stupido, di aver sbagliato, di essere colpevole, di aver costruito la mia visione del mondo su fondamenta inconsistenti.
Gli altri ci giudicano (e ci trattano di conseguenza) non per ciò che siamo né per i nostri meriti, ma per quanto ciò che siamo conviene loro, cioè per la misura in cui ciò che pensiamo, diciamo e facciamo è in armonia (o in contrasto) con i loro interessi e le loro visioni del mondo.
Quasi tutte le religioni uniscono coloro che credono nella stessa religione e cooperano sulla base di essa, come pecore che seguono lo stesso pastore, ma al tempo stesso dividono coloro che credono in religioni diverse, come pecore che seguono pastori diversi e competono per uno stesso pascolo.
Non possiamo sempre agire. Ogni tanto dobbiamo anche subire. D’altra parte, anche mentre agiamo subiamo in certi ambiti. È importante saper subire in modo intelligente. Subire in modo intelligente significa sapere quando è opportuno continuare a subire e quando interrompere la sottomissione.
Perché ci chiediamo il perché delle cose? Per lo stesso motivo per cui cerchiamo di conoscere il mondo in cui viviamo. Infatti la conoscenza consiste nel comprendere le cause e le conseguenze dei fenomeni, i quali sono le forme delle cose. Uno dei bisogni umani fondamentali è il bisogno di conoscenza.
I robot possono provare dolore? A mio parere una coscienza senza la capacità di provare piacere o dolore non credo sia concepibile. Per me la coscienza riunisce in modo non separabile le cognizioni, le emozioni/sentimenti e le motivazioni/volontà. Se togliamo uno solo di questi tre elementi, la coscienza si annulla.
È un bene che la volontà cosciente non sia sovrana, ma suddita dei sentimenti, perché questi hanno garantito la conservazione della nostra specie per milioni di anni, mente la volontà cosciente potrebbe causare in poco tempo la nostra estinzione a causa di scelte arbitrarie nocive alla natura umana e al suo ambiente.
L’essere (o l’Essere, se qualcuno preferisce l’iniziale maiuscola) non è fine a se stesso, ma all’interazione con il resto del mondo, senza la quale nulla può esistere. Dimmi come interagisci e ti dirò chi sei. In realtà l’essere non esiste. Esiste solo l’interagire. In altre parole, una cosa “è” i modi in cui interagisce col resto del mondo.
Il padrone ha bisogno del servo, il servo del padrone, il maestro dell'allievo, l'allievo del maestro, il produttore del consumatore, il consumatore del produttore, il venditore del compratore, il compratore del venditore, il carnefice della vittima, la vittima del carnefice, il vincitore del perdente, il perdente del vincitore, il pastore del gregge, il gregge del pastore ecc.
È praticamente impossibile sapere perché una certa cosa ci piace o ci dispiace. Possiamo solo percepire un collegamento tra certe forme, simboli, parole, concetti, idee, oggetti ecc., e certi nostri sentimenti. Tuttavia tale collegamento non indica una relazione causale, ma solo una compresenza. D'altra parte possiamo ipotizzare che una cosa ci piaccia quando soddisfa qualche nostro bisogno e ci dispiaccia quando lo frustra. Resta il fatto che logiche dei bisogni e delle loro soddisfazioni sono inconsce e involontarie.
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