5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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Non si può vivere in un ambiente morto.
Ragionare è semplice, vivere è complicato.
Le parole si interpretano, i fatti si misurano.
Il denaro è il sangue della società industriale.
Facebook è un ottimo osservatorio di psicologia sociale.
A volte parliamo solo per ricordare agli altri che esistiamo.
Con il termine «io» dovremmo intendere «la mia coscienza».
Nel bilancio morale ognuno pensa di aver dato più di quanto abbia ricevuto.
Qualsiasi cosa può essere messa in discussione, e potrebbe essere utile farlo.
Possiamo dividere i filosofi in due categorie: gli inventori e i ripetitori (di idee).
Siamo tutti in cerca di servi, padroni e alleati, e stiamo male se non li troviamo.
A volte il sapere aumenta il potere, altre volte ci rivela la nostra impotenza e ignoranza.
La coscienza può vedere una sola cosa alla volta. L’inconscio molte cose simultaneamente.
Ogni umano cerca di dominare ogni altro se non contrastato da quello o da una certa educazione.
Una relazione è sostenibile finché per ciascuno degli interagenti i vantaggi superano gli svantaggi.
Un momento di felicità fa dimenticare le infelicità passate passate, e non fa prevedere quelle future.
A che servono le virtù e le conoscenze se non comportano vantaggi sociali? Solo a generare frustrazioni.
Il termine «generale» indica l'apice di una gerarchia, sia nel mondo militare che nella logica dei discorsi.
Se vuoi essere simpatico ad una persona, non darle motivo di sospettare che essa sia meno sapiente di te.
Esiste un grado ottimale di disordine che è il miglior compromesso tra i benefici e gli inconvenienti dell'ordine.
Quando non riesci a capire se una persona da cui dipendi ti è amica o nemica, cominci a diventare schizofrenico.
In ogni momento siamo intrappolati tra il ricordo di un passato e l'aspettativa di un futuro più o meno immaginari.
Attraverso il piacere e il dolore, la natura, ovvero il programma genetico della nostra specie, ci fa fare ciò che vuole.
La vita di ogni essere umano procede inseguendo il bisogno di riconoscimenti positivi e fuggendo la paura di riconoscimenti negativi.
Servire qualcuno significa soddisfare i suoi bisogni e desideri, i quali, per poter essere soddisfatti, debbono essere conosciuti dal servente.
Qualunque aggettivo qualificativo riferito a una certa cosa o persona esprime l'appartenenza di quella cosa o persona a certe categorie di cose o persone.
Offendere un insieme (gruppo, organizzazione, comunità, chiesa, stato ecc.) a cui un individuo sente di appartenere equivale a offendere l'individuo stesso.
Invece di affermare che il proprio interlocutore è scarsamente intelligente (affermazione sempre offensiva), conviene dire che siamo diversamente intelligenti.
Molti non sono disposti a rinunciare alla religione che è stata loro inculcata malgrado le sue assurdità, perché non sanno come sostituirla come fondamento etico.
Un essere umano nel corso di una giornata ha bisogno di diverse cose, e la frustrazione di un bisogno non può essere compensata dalla ipersoddisfazione di un altro.
La duratura coesione di molti matrimoni potrebbe essere dovuta semplicemente alla difficoltà per ciascun coniuge di trovare una migliore alternativa al proprio partner.
L'esperienza dell'eclissi di luna è stata consolante. Almeno di due cose possiamo essere certi: che la terra è tonda e che gli scienziati sono capaci di prevedere eventi con grande precisione.
Ci sono discorsi che imbrogliano e discorsi che sbrogliano, discorsi che confondono e discorsi che distinguono, discorsi che oscurano e discorsi che chiariscono, discorsi che mistificano e discorsi che demistificano.
Ciò che ci piace, che ci sembra giusto e che ci rassicura può non avere altro valore che il fatto di darci piacere, di rassicurarci e di farci sentire giusti. Può essere perfino nocivo, prima o poi, per noi e per gli altri.
Tanto più amorfa è una cosa, tanto più difficile è ricordarla e riconoscerla. Infatti la mente è un gestore di forme, che noi chiamiamo informazioni, e che la stessa mente associa ad altre informazioni e a emozioni.
Un essere vivente vive grazie alle particolari interazioni tra le sue parti, le cui regole sono determinate dal particolare codice genetico e dal particolare codice culturale acquisito attraverso le particolari esperienze.
Molte religioni, tra cui quelle abramitiche, promettono l'immoralità a chi si sottomette al presunto volere divino interpretato arbitrariamente dal clero. Promettere qualcosa di cui non si dispone è una truffa, roba da ciarlatani.
Non abbiamo bisogno di certi oggetti, né di certe situazioni in senso statico, ma di certi processi e delle interazioni che li sostengono. Certi oggetti e certe situazioni sono utili nella misura in cui facilitano le interazioni di cui abbiamo bisogno.
Tutto cià che un umano fa, pensa e dice è raramente creativo. Infatti consiste quasi sempre nella riproduzione, più o meno precisa, di qualche modello comportamentale e cognitivo appreso da altri o sviluppato in un lontano passato a partire dalle proprie esperienze.
Da chi crede veramente e seriamente nella verità delle cosiddette sacre scritture di ogni religione rivelata ci possiamo aspettare qualsiasi assurdità, qualsiasi sciocchezza, qualsiasi contraddizione, qualsiasi follia, qualunque malvagità. La storia è piena di esempi in tal senso.
Ogni libro, esplicitamente o implicitamente, valorizza certe cose e certe persone, e ne svaluta altre. Di conseguenza, anche il lettore viene indirettamente valorizzato o svalutato dal libro. Questo fatto è importante nella scelta e nella motivazione del lettore a leggere certi libri piuttosto che altri.
Quando un umano non ha accesso a media (come Internet, giornali, libri, TV, radio ecc) è costretto a interagire con altri umani o con la propria memoria e i propri pensieri. Queste interazioni sociali, e queste informazioni interiori, se non mediate da media comuni, possono essere per lui angoscianti.
Questa epidemia è un test d'intelligenza. Sentire le diverse opinioni sulla pericolosità o banalità del virus, sulla sicurezza o nocività del vaccino, sulla legittimità o illegittimità delle misure di contenimento emanate dal governo, sui complotti mondiali per soggiogare e sfruttare la gente, fa capire come certe persone ragionano e sragionano.
Il guaio del conformismo non è tanto il fatto che i conformisti siano tali (a loro buon diritto), ma che siano ostili ai non conformisti a prescindere da ciò che questi propongono. Probabilmente i conformisti si sentono inconsciamente sotto accusa da parte dei non conformisti, anche quando non è il caso, e per questo provano antipatia o timore verso di loro.
Gli ignoranti, specialmente se dispongono di libertà e di mezzi economici, vincono politicamente sui sapienti perché i primi sono uniti dalle loro comuni ignoranze e falsità, mentre i secondi sono divisi dalle differenze dei loro saperi. Perciò non è sempre positivo il fatto che in una società vi siano tante visioni e cognizioni del mondo e della natura umana non condivise.
Una festa, oltre che costituire un rito di comune appartenenza ad una certa comunità, è un'occasione programmata che permette ad una grande quantità di persone di incontrarsi tutte insieme, simultaneamente. Da questo tipo di incontro di gruppo possono scaturire nuovi rapporti sociali, nuove amicizie e nuove relazioni amorose, possibilità che rende le feste generalmente gradite e desiderabili.
Se l'inconscio di una persona è mal formato, spesso lo è anche il suo conscio. Penso infatti che l'io cosciente e l'inconscio si influenzino reciprocamente nel bene e nel male. D'altra parte, a mio avviso, la maggior parte della gente non sa pensare in modo efficace ed efficiente per soddisfare al meglio i propri bisogni, dato che questi, quando sono politicamente scorretti, sono spesso rimossi nell'inconscio.
Bisogna distinguere la realtà da una certa sensazione della realtà, sensazione che può non corrispondere alla realtà stessa. Per esempio "sentirsi" parte indistinta dell'Uno e in perfetta armonia col mondo e con gli altri può dare al soggetto un immenso piacere (reale), anche se non significa che le cose stiano realmente come lui le le percepisce. Ciò avviene per esempio in chi è sotto l'effetto di sostanze psichedeliche.
La gente parla, parla, parla. A quale scopo? Secondo me lo fa soprattutto per socializzare, per fare comunità, per condividere qualcosa, non importa cosa. Per stare in compagnia, per sfoggiare la propria “normalità”, cioè la propria dignità sociale, e per dimostrare di meritare il proprio status. A volte la gente parla anche per per scambiare beni e servizi, per cambiare la società e la natura, per fare dei fatti, ma questo genere discorsi è largamente minoritario e a molti dà anche fastidio, specialmente a coloro che non amano i cambiamenti di stato, di gerarchie e di valori.
Io ho un pregiudizio negativo contro l'idea stessa di "ontologia". Ho infatti imparato (da Gregory Bateson) che non è possibile conoscere una cosa "in sé" ma solo le relazioni e le interazioni di una cosa col resto del mondo. Possiamo inoltre conoscere una cosa in quanto sistema, cioè osservando le parti da cui è costituita e le relazioni e interazioni tra di esse. D'altra parte, a mio parere, una cosa che non ha alcuna relazione con altre o che non può essere suddivisa in parti (in relazione tra loro) non merita nemmeno di essere conosciuta, oltre al fatto che non penso possa esistere qualcosa che non abbia relazioni con altre. In conclusione, ritengo l'approccio ontologico (cioè non relazionale) inutile, illusorio, arbitrario e fuorviante.
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