5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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Le parole sono stimoli.
La verità è un'opzione.
Il presente è già passato.
Solo i saggi amano la saggezza.
I bambini si possono educare, gli adulti no.
La coscienza è manipolabile dagli altri e da se stessa.
Fino a che punto può una mente conoscere se stessa?
È bello essere serviti, ci fa sentire ben integrati nella società.
Il bisogno di condividere confligge spesso col bisogno di verità.
Non basta ciò che hanno detto i grandi maestri. Bisogna andare oltre.
La felicità è anche uno status symbol, ed è desiderata anche per questo.
Tutto deve essere ripensato e rivalutato in funzione dei reali bisogni umani.
Per vivere al meglio bisogna conoscere i propri limiti e i propri margini di libertà.
L'essere, in senso identitario, è sempre relativo. Infatti nessuno è la stessa cosa per tutti.
Perché ci chiediamo il perché degli eventi? Per poterli prevedere, promuovere o evitare.
Se Nietzsche non avesse avuto tanti problemi di salute forse non sarebbe stato così geniale.
Il comportamento di un essere umano dipende soprattutto dalla sua mappa mentale del mondo.
La condanna a morte di Socrate ci dice quanto sia pericoloso mostrarsi più saggi dei propri interlocutori.
La speranza riaccende la vita, dà energia, anche quando è illusoria o falsa. Finché c'è speranza, c'è vita.
I migliori si tengono lontani dalla politica in quanto la ritengono "sporca" (a priori) lasciandola nelle mani dei peggiori.
Ogni essere umano ha bisogno di interagire con un certo numero di altri esseri umani disposti ad interagire con lui secondo certe regole.
Trovo noiosi i discorsi che danno per scontati certi valori. Per me nessun valore è scontato, e lo stesso concetto di valore è problematico.
Ogni azione umana, ogni gesto può essere visto (dal soggetto e dagli altri) come atto rituale carico di significati e di una certa valenza sociale.
Ognuno di noi costruisce una narrazione di se stesso dignitosa, cioè accettabile dagli altri, e vive cercando di essere coerente con tale narrazione.
Uno dei grandi problemi della democrazia è che essa permette la propria trasformazione irreversibile in dittatura attreverso un legittimo voto democratico.
Offendere un insieme (gruppo, organizzazione, comunità, chiesa, stato ecc.) a cui un individuo sente di appartenere equivale a offendere l'individuo stesso.
La resistenza al cambiamento della propria struttura fondamentale è una caratteristica geneticamente determinata di ogni essere vivente e di ogni suo organo.
Noi umani crediamo in ciò che ci conforta. Che sia vero o falso ci interessa poco. Invece per gli oltreumani la verità è più importante del conforto momentaneo.
Se vi dicessi che sono felice fareste bene a dubitarne. Infatti potrei dirlo (e crederci mentendo a me stesso) per ostentare una mia presunta superiorità filosofica.
Di professione, se rinascessi, non mi dispiacerebbe fare il critico filosofico, uno che di ogni testo filosofico ti dice cosa (secondo lui) c'è di buono e cosa di cattivo.
Il sacro è assolutamente soggettivo. Nulla è sacro in sé. Sacro è ciò a cui l’uomo attribuisce una sacralità, secondo le sue convenienze, le sue paure e i suoi inganni.
La razionalità è la capacità di scomporre le cose e le idee nelle parti e negli aspetti che le compongono e di esaminare le relazioni e le interazioni tra le diverse componenti.
Qualunque cosa facciamo dovrebbe essere compatibile con la nostra comunità interiore e con quelle reali di cui siamo membri. Altrimenti potremmo avere fastidiosi sensi di colpa.
L'uomo è, a mio parare, l'unico animale capace di porre (e di porsi) domande, con l'eccezione di qualche animale ammaestrato che chiede al padrone: cosa vuoi che faccia adesso?
La dittatura è l'inevitabile effetto del disordine sociale, che si instaura quando i cittadini non riescono a trovare un accordo maggioritario su come governare ed essere governati.
Gli intellettuali si possono dividere grosso modo in due categorie: mistificatori e demistificatori. Sia gli uni che gli altri possono essere più o meno intelligenti, raffinati e affascinanti.
È raro che un essere umano riconosca i propri errori nei confronti degli altri se a causa di tali errori non riceve un danno abbastanza grave. Se li riconoscesse facilmente, li commetterebbe raramente.
Per quanto riguarda la conoscenza, l'uomo non ha bisogno di verità ma di approvazione e di condivisione. Infatti per un essere umano è meglio condividere una falsità che non poter condividere una verità.
A tutti interessano le narrazioni che parlano di colpe di altre persone o di altri gruppi, purché non vi sia in esse il minimo accenno a possibili responsabilità dell’ascoltatore o dei gruppi a cui questo appartiene.
Ognuno ha bisogno di essere gradito al maggior numero possibile di altre persone, ma è impossibile essere graditi da coloro che non gradiamo. Per questo molti gradiscono a priori, e perciò evitano di giudicare, qualsiasi essere umano.
Per esercitare il libero arbitrio (ammesso che sia possibile) è necessario essere liberi da emozioni e da motivazioni, ma in tal caso nessuna libera scelta avrebbe senso. Infatti una scelta è sensata, cioè non è casuale, solo se risponde a una emozione o a una motivazione.
È una disgrazia che psicologia, sociologia e filosofia siano discipline separate, dato che studiano la stessa cosa: il comportamento umano. Dovrebbero confluire in un'unica disciplina chiamata, per esempio, "panantropologia", termine coniato dallo psichiatra Luigi Anepeta.
L'illusione di far parte integrante e attiva di una comunità sana e forte è fonte di sicurezza e di piacere, e tutto ciò che conferisce tale illusione (cioè la rappresentazione e la celebrazione delle forme e dei rituali della comunità) ha un grande valore per i soggetti interessati.
L'inconscio non "nasce" ma è innato. Alla nascita contiene solo automatismi biologici, poi con le esperienze si riempie di automatismi sociali. Si forma quindi attraverso un apprendimento, per lo più inconsapevole. Si può modificare, ma è molto più difficile disapprendere che apprendere.
Una causa consiste in un'interazione tra due o più sistemi o tra due o più parti di un sistema. Lo stesso si può dire di un effetto. Infatti ogni causa implica uno o più effetti e ogni effetto implica una o più cause. Non ci può essere effetto senza cause, né causa senza effetti. E non possono esserci cause né effetti senza interazioni.
La paura (conscia o inconscia, giustificata o ingiustificata) della punizione costituisce una delle motivazioni più forti di un essere umano. Infatti spesso a causa di tale paura un umano fa ciò che fa e non fa ciò che non fa. La temuta punizione può venire da Dio e/o da altri umani, e consiste generalmente nell’inferno e/o nell’esclusione sociale.
A mio parere, sin dalla nascita, con i propri comportamenti, ognuno cerca, consciamente o inconsciamente, di influenzare i comportamenti altrui a proprio piacimento, per soddisfare i propri bisogni e desideri. Se faccio o non faccio, dico o non dico certe cose, come reagiranno gli altri versi di me? Questa è la domanda fondamentale su cui la nostra psiche si è costruita.
Ogni umano può, in una certa misura e in certe condizioni, soddisfare e/o frustrare ogni altro umano, ma non tutti gli altri umani. Deve decidere chi soddisfare e chi frustrare, in quale misura e in quali modi, e cosa fare e cosa non fare per ottenere soddisfazioni ed evitare frustrazioni da parte degli altri. Questa proposizione potrebbe costituire il fondamento di un'etica.
L'uomo è l'unico animale capace di commerciare, cioè di scambiare consapevolmente e intenzionalmente prodotti, servizi o denari con altri umani in cambio di altri prodotti, servizi o denari. Questi scambi comportano la ricerca di clienti e di fornitori, l’inventare, il costruire o il reperire prodotti o servizi, il convenire prezzi o compensi e lo stipulare contratti scritti o non scritti.
Sia l'Antico che il Nuovo testamento contengono affermazioni sagge e altre stolte, verità e falsità, dolcezze e orrori. L'errore è pensare che questi testi siano completamente buoni o completamente cattivi, completamente veri o completamente falsi, completamente giusti o completamente sbagliati. L'importante è saper distinguere cosa c'è di buono, cosa di cattivo e cosa di irrilevante; cosa di giusto e cosa di sbagliato, ovvero di ingiusto. Ma purtroppo il sacro non si può mettere in discussione, non si può criticare, non si può esaminare razionalmente, richiede la "fede", e allora si prende per buono anche ciò che è cattivo, si finisce per giustificare cose sbagliate, per "interpretare" in senso positivo anche ciò che è negativo.
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