5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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Chi vince ha sempre ragione.
Lo psicologo è il meccanico della mente.
Ognuno preferisce i giochi in cui è vincente.
Più si è intelligenti, più connessioni si vedono.
Ogni umano sembra dire a ogni altro: rispettami!
Condividere significa trasformare il mio in nostro.
La razionalità deve tenere conto dell'irrazionalità.
Tutto ciò che si ripete tende a diventare automatico.
Abbiamo tutti bisogno d'aiuto. Alcuni lo ottengono con la forza.
Ogni scelta presuppone la scelta del criterio da seguire nella scelta.
Ogni pensiero è insufficiente, incompleto, parziale rispetto alla realtà.
Domande a cui ogni mente cerca di rispondere: Cosa è successo? Cosa succederà?
Per avere un momento di felicità bisogna dimenticare i dolori passati e quelli futuri.
Possiamo pensare in modo seriale (cioè per storie) e in modo parallelo (cioè per mappe).
Oltre alla vita, che prima o poi tutti comunque perderemo, non abbiamo nulla da perdere.
Nella nostra mappa mentale della realtà, da qualche parte dovremmo rappresentare anche la mappa stessa.
L'uomo ha una tale paura della mancanza di senso della vita che tende a dare un senso anche a ciò che non lo ha.
Non potendo contare sulla mia forza fisica, ho scelto di coltivare la saggezza, ovvero la forza morale e intellettuale.
Il fatto che una persona sia amata, stimata e creduta da milioni di persone non dimostra che ciò che essa dice sia vero.
Quando discutiamo per dimostrare di aver ragione, difficilmente cerchiamo di capire le ragioni del nostro interlocutore.
Ogni libro, ogni articolo di giornale, ogni film, ogni trasmissione TV, piace a qualcuno, e può essere utile chiedersi perché.
Noi tendiamo a condividere i sentimenti di amore e di odio delle persone che amiamo, e a non condividere quelli delle persone che odiamo.
Per molti è meglio una cattiva compagnia che una totale solitudine. Per questo per molti è meglio sbagliare insieme che avere ragione da soli.
La sapienza consiste nel sapere come il mondo funziona, la saggezza nel sapere cosa conviene e cosa non conviene fare nelle diverse situazioni.
Le informazioni che riceviamo (volontariamente e involontariamente, consciamente e inconsciamente) formano le nostre menti (nel bene e nel male).
La saggezza di una persona non è proporzionale alla quantità delle conoscenze acquisite, ma alla loro utilità rispetto alla soddisfazione dei bisogni propri e altrui.
Dio è il rappresentante e nume tutelare della comunità. Se fossi l'ultimo umano rimasto sulla terra, non rimarrebbe nemmeno Dio perché sarebbe divenuto inutile.
Quando non si riesce ad avere buone relazioni reali, ci si accontenta di buone relazioni virtuali o immaginarie, come quelle offerte dalla letteratura e da internet.
Criticare una critica non significa negare il diritto di criticare, così come consentire una critica non significa accettarla. Anche le critiche debbono essere criticabili.
L'uomo è, a mio parare, l'unico animale capace di porre (e di porsi) domande, con l'eccezione di qualche animale ammaestrato che chiede al padrone: cosa vuoi che faccia adesso?
Siamo servi dei nostri desideri e delle nostre paure. Tuttavia senza di essi e senza di esse saremmo morti. Perciò abbiamo paura di non avere, e desideriamo avere, gli uni e le altre.
La felicità è direttamente proporzionale all'illusione di essere tutti uguali, tutti uniti, tutti amanti gli uni degli altri, e tutti vittoriosi su coloro che non fanno parte di questa unione.
Il culto della verginità di Maria è il culto di una inibizione, di una astensione dalla soddisfazione di un bisogno naturale, è fare di una privazione contro natura, di una infelicità, una virtù.
Le teorie filosofiche sono inconfutabili, perciò di esse occorre sempre diffidare, come di tutto ciò che è inconfutabile. Se le teorie filosofiche fossero confutabili, sarebbero teorie scientifiche, non filosofiche.
In ogni momento c'è una cosa ottimale che uno può fare per la soddisfazione dei bisogni propri e/o altrui. Si tratta di trovarla. Tuttavia, ciò che è ottimale in un certo momento può essere inadatto in un altro momento.
Uno dei motivi per cui la musica piace ed è coltivata è che essa accomuna le persone che la frequentano. La musica di un certo tipo è simbolo, distintivo, e rito di appartenenza ad una certa comunità o ad un certo tipo di umanità.
Ogni volta che qualcuno ci dice, ci mostra o ci fa qualcosa, noi reagiamo in modo più o meno automatico dopo avere valutato (consciamente o inconsciamente) l'autenticità e l'utilità per noi di ciò che ci è stato detto, mostrato o fatto.
Molti esseri umani (forse la maggioranza) mal sopportano, e perciò rifiutano, l'idea che qualcuno sia più saggio di loro, ovvero che qualcuno veda la realtà in modo più vero e completo di come la vedono loro, e che la capisca meglio di loro.
Che un tal Gesù sia esistito intorno all'anno uno può anche essere vero, ma cosa abbia realmente, effettivamente detto e fatto non lo sa nessuno. I vangeli potrebbero essere solo favole di grande successo. Ognuno crede in ciò che gli conviene.
Farsi domande può essere pericoloso, sia perché le risposte possono essere dolorose, sia perché gli altri non gradiscono quelli che si fanno più domande di loro in quanto potrebbero trovare risposte che essi non hanno e superarli nella gerarchia intellettuale.
La mente è simile al World Wide web e la coscienza è simile ad un browser che la naviga. La navigazione può essere più o meno attiva o passiva. È passiva, per esempio, quando col browser vediamo un film, attiva quando facciamo ricerche e clicchiamo su qualche link.
È una disgrazia che psicologia, sociologia e filosofia siano discipline separate, dato che studiano la stessa cosa: il comportamento umano. Dovrebbero confluire in un'unica disciplina chiamata, per esempio, "panantropologia", termine coniato dallo psichiatra Luigi Anepeta.
Se le idee vengono messe in un certo ordine, si finisce per frequentare e riprodurre solo quelle che si trovano ai primi posti, le quali non sono necessariamente le più utili o le più vere. Sarebbe meglio mettere le idee in un ordine casuale, ogni giorno in un nuovo ordine casuale.
Da quando esiste, la religione cattolica (come altre) si arroga il diritto di stabilire quando un piacere (come ad esempio quello sessuale) o una violenza (come ad esempio il rogo di una persona o una guerra) siano leciti. Per contro, per i cattolici il dolore e il subire violenze sono sempre leciti, anzi, costituiscono un credito per ottenere il paradiso.
La vita è per lo più una prigione e una schiavitù. Siamo infatti tutti prigionieri e schiavi dei nostri corpi, dei nostri schemi mentali e delle nostre comunità, con pochi margini di libertà, come la possibilità di trasformare o sostituire schemi e comunità. Anche la sensazione di indipendenza che a volte proviamo è un effetto della nostra cattività, come ogni altra illusione.
L'idea dell'inferno è molto più concreta e viva di quella del paradiso. Immaginare l'inferno, con le fiamme, i dolori, le torture, è molto più facile che immaginare il paradiso, dove non si sa di cosa si dovrebbe godere non essendoci più alcunché di fisico. Di conseguenza credo che nella storia delle religioni l'idea dell'inferno sia stata molto più efficace di quella del paradiso.
Tutto ciò che avviene è, in un certo senso, giusto, anche le cose che ci addolorano o irritano, in quanto obbediscono alle leggi della natura. Potremmo dire che le leggi della nature siano ingiuste, ma dovremmo specificare rispetto a chi o a cosa, e perché. Nasciamo forse con qualche diritto naturale? Non esistono diritti naturali. I diritti si chiedono, affermano e concedono solo nella società e riguardano solo i rapporti sociali.
La maggioranza degli esseri umani tende a difendere, confermare, giustificare, affermare, condividere la propria visione del mondo e di se stessi, ed evita con qualsiasi pretesto ogni occasione di metterla in discussione, come si evitano i grandi pericoli, come se quella visione, che coincide con la propria personalità, fosse una barca che rischierebbe di affondare se si avventurasse in acque sconosciute, fuori da un porto sicuro in cui le onde della critica, ovvero del giudizio intellettuale e morale, non possono entrare.
Un organismo complesso è costituito dall'interconnessione e interazione di organismi più semplici. Pertanto, per conoscere un organismo complesso occorre conoscere gli organismi più semplici che lo compongono e le relazioni tra di essi. Questo vale specialmente per l'uomo e per le società, che sono gli organismi più complessi di cui conosciamo l'esistenza. Senza seguire tale principio e metodo, la conoscenza degli organismi può essere solo emotiva, irrazionale, riduzionista, riduttiva, superficiale, tendenziosa, fallace o inconcludente.
La mente è una specie di assemblea di agenti mentali che possono essere antagonisti, cioè voler cose opposte. L'io cosciente (l'unico agente cosciente) è uno di essi, e il suo volere puà essere in contrasto con quello di altri agenti. In caso di conflitto ci sono due possibilità: l'immobilismo (quando i due agenti hanno eguale forza) e il prevalere dell'uno sull'altro. Ebbene io credo che l'io cosciente sia il più delle volte soverchiato da uno o più agenti mentali inconsci. Il fatto è che l'io cosciente non può controllare l'inconscio (se non in minima parte e in tempi lunghi), mentre è vero il contrario, cioè l'inconscio controlla l'io consciente in tempi brevi e in grande misura.
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