5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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«Dio» è un'autorità.
Il passato non è passato.
Saremo sostituiti e disintegrati.
La ragione non ha sempre ragione.
Ciò che non si può condividere divide.
L'uomo è il peggior nemico di se stesso.
Trovo noiose le risposte senza domande.
Non disapprovare se non vuoi essere disapprovato.
Io sono un automa consapevole di essere un automa.
Le appartenenze valgono solo se riconosciute dagli altri.
Anche quando siamo soli interagiamo con gli altri dentro di noi.
Essere in una relazione significa farne parte, cioè appartenere ad essa.
La verità ci fa impazzire. La salute mentale si regge sulla mistificazione.
Il pensiero è una scansione cosciente della memoria, guidata dai sentimenti.
I bambini imparano dai genitori non solo la lingua madre ma anche la mentalità madre.
Gli ignoranti non amano la sapienza né i sapienti, altrimenti non resterebbero ignoranti.
Le religioni sono credenze senza prove. Se avessero prove si chiamerebbero scienze, non religioni.
Prima di rispondere ad una domanda, assicuriamoci che sia sensata e basata su presupposti condivisibili.
Trovare un senso in cose senza senso (come i fenomeni casuali) non è segno di intelligenza, ma di stupidità.
Le energie che i giovani usano verso l'esterno, i vecchi le usano solo per sostenere il proprio corpo cadente.
Il genio di una persona non ancora famosa può essere apprezzato solo da persone molto intelligenti e non conformiste.
Le persone sono più o meno diverse in quanto hanno bisogni più o meno diversi, quantitativamente e qualitativamente.
Nella misura in cui abbiamo bisogno della collaborazione di altre persone, dobbiamo comportarci in modo da ottenerla.
In ogni momento confrontiamo la realtà percepita con quella desiderata e cerchiamo di eliminare ogni discrepanza tra le due.
L'immenso potere politico delle religioni abramitiche si basa sulla promessa dell'immortalità, sulla possibilità del Paradiso e sulla minaccia dell'Inferno.
Quando sento qualcuno parlare io so che ciò che dice non è la verità, ma la razionalizzazione di una verità.
Lo stesso vale per ciò che penso e che dico.
La saggezza di una persona non è proporzionale alla quantità delle conoscenze acquisite, ma alla loro utilità rispetto alla soddisfazione dei bisogni propri e altrui.
La tendenza a schierarsi dalla parte dei vincitori è un tratto molto comune della natura umana. Evidentemente ha una funzione adattiva in senso evoluzionistico.
Quando sento un ignorante di scienze naturali parlare di fisica quantistica per avvalorare teorie esoteriche o parapsicologiche non so se ridere, piangere o inveire.
Di professione, se rinascessi, non mi dispiacerebbe fare il critico filosofico, uno che di ogni testo filosofico ti dice cosa (secondo lui) c'è di buono e cosa di cattivo.
Viviamo perché abbiamo bisogno di vivere; moriamo perché abbiamo bisogno di morire. Non siamo noi a decidere di cosa abbiamo bisogno, ma qualcosa dentro di noi.
Quando si collegano tra loro certe idee, dopo un periodo di gestazione più o meno lungo, ne nascono spontaneamente di nuove, frutto di una reciproca fecondazione.
Ogni umano cerca di accrescere la porta importanza alla occhi altrui. Alcuni lo fanno mostrando le proprie capacità, altri mostrandosi seguaci di persone ritenute importanti.
Il compito dell'informatico è quello di esaminare un sistema (vivente o non vivente) e di costruire un sistema (non vivente) che produca gli stessi risultati in modo più efficiente.
Ciò che adesso percepiamo dipende da ciò che abbiamo percepito in passato. Le esperienze passate sono le basi sulle quali vengono elaborate, interpretate e valutate le esperienze presenti.
Doppio vincolo: se critico negativamente gli altri sono soggetto alla loro vendetta, se non li critico sono loro complice e divento perciò condannabile. Ognuna delle due opzioni è penalizzante.
L'io cosciente contribuisce a soddisfare i bisogni della persona e a gestire nel modo più produttivo i conflitti tra di essi, mediante il pensiero astratto (basato sul linguaggio) e la previsione del futuro.
Possiamo chiederci il perché di qualsiasi cosa, e il perché di ogni perché, e di ogni perché del perché, e così via senza fine, e ogni tanto dovremmo farlo, fino alla noia, per renderci conto della nostra ignoranza.
Prova per qualche minuto, nei tuoi pensieri e in ciò che dici o che scrivi, ogni volta che stai per usare il verbo essere, a sostituirlo con il verbo "appartenere (ad una classe)". Sarà l'inizio di una rivoluzione mentale.
L'uomo è così complicato e sciagurato che può vergognarsi di ciò che gli dà piacere e illudersi di godere di ciò che lo fa in realtà soffrire. Perciò a volte non sa egli stesso cosa gli piace veramente né cosa lo fa veramente soffrire.
Gli umani si differenziano anche per la dimensione del proprio vocabolario, cioè per il numero di lemmi e per la lunghezza e la varietà delle definizioni degli stessi. È il vocabolario che usano per pensare e per comunicare con gli altri.
Per definire il significato di una parola abbiamo bisogno di altre parole, che a loro volta necessitano di altre parole, e così via, senza fine. Questo non significa che dovremmo smettere di parlare, ma che non dovremmo prendere troppo sul serio, né interpretare in modo rigido, ciò che viene detto.
La felicità è uno stato emotivo di intensità variabile caratterizzato da assenza o scarsità di dolore, ottimismo e piacere connesso alla soddisfazione dei bisogni primari propri e delle persone con cui si è in relazione. Non si può essere sempre felici, ma si può essere più o meno felici momento per momento.
L'uomo non può vivere al di fuori di una comunità. Pertanto, se è insoddisfatto della comunità in cui vive, ha queste opzioni: (1) sopportare l'insoddisfazione, (2) emigrare in una comunità più adatta a sé, (3) riformare la comunità in cui vive, (4) formare una nuova comunità, (5) una combinazione delle opzioni precedenti.
Il piacere conferito da un oggetto può essere dovuto non tanto alle sue caratteristiche peculiari, ma alla sua valenza sociale, cioè al fatto che il soggetto si sente parte di una comunità che apprezza quel tipo di oggetto. È infatti difficile distinguere il piacere emanato da un oggetto dal piacere di condividere con altre persone l'apprezzamento dell'oggetto stesso.
Il disaccordo tra due persone non dipende quasi mai da errori di logica o contraddizioni nelle argomentazioni di una delle parti o di entrambe, ma da differenze nei punti di vista, ovvero sentimenti, valori, presupposti, definizioni e paradigmi cognitivi rispetto ai quali vengono sviluppati i ragionamenti. Pertanto si può ben dire che ognuno ha ragione dal suo punto di vista.
Purtroppo non tutti sono in grado di comprendere la complessità dei problemi, ovvero la molteplicità delle cause di ogni conseguenza e la molteplicità delle conseguenze di ogni causa. Molti tendono a pensare, semplicisticamente, che ogni causa ha una sola conseguenza, e che ogni conseguenza ha una sola causa. Il grado d'intelligenza di una persona è proporzionale al grado di complessità che essa è in grado di comprendere.
Ogni tanto abbiano bisogno di sentirci in pace col mondo e con la società, e per questo abbiamo bisogno di sentirci uguali agli altri e di ricevere conferme che anche gli altri si sentano uguali a noi. Perciò ci piace celebrare rituali di comunione religiosi e civili, sacri e profani, formali e informali, pianificati e spontanei, in forma di feste, cerimonie, raduni, convegni ecc. Sono momenti di illusione collettiva di breve durata, dopo i quali tornano a imperare le differenze, le gerarchie, i privilegi, le esclusioni.
La vita sociale è regolata da modelli di interazione, di partecipazione e di integrazione, che gli individui assumono per imitazione, e attraverso i quali interagiscono con i loro simili. Ad ogni transazione viene attribuito un significato facendo riferimento a qualche modello sociale. Quando non si trova un modello corrispondente, la transazione viene considerata strana o violenta. I mass media presentano modelli sociali pronti da imitare, da indossare, con ruoli predefiniti da assumere, che promettono una soddisfacente partecipazione sociale.
Comportamento e motivazioni sono rispettivamente l'esterno e l'interno di un umano. Il comportamento proprio e quello altrui è conseguenza e causa delle motivazioni delle persone in gioco. Il comportamento è oggettivo, misurabile e registrabile, le sue motivazioni sono invece misteriose, soggettive, immaginabili e deducibili solo intuitivamente, con tutti gli errori di cui l'intuizione e l'immaginazione sono capaci. Tuttavia non possiamo fare a meno di interessarci delle motivazioni, perché sono il principio della vita, padrone e arbitre del nostro volere e dei nostri sentimenti, dispensatrici di piaceri e dolori.
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