5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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La capacità di gioire implica quella di soffrire.
Saper scegliere è più importante che saper fare.
Ognuno è schiavo e padrone della propria mente.
La coscienza farebbe bene a rispettare l'inconscio.
La gente, distratta dalle novità, dimentica facilmente.
I folli desiderano condividere con altri le proprie follie.
Ci vuole molto più tempo a disapprendere che ad apprendere.
È impossibile parlare di morale senza accusare implicitamente qualcuno di immoralità.
Un funerale serve a riunire i superstiti, a ricucire il tessuto sociale strappato dal decesso.
Socrate sapeva di non sapere, ma allo stesso tempo credeva di sapere più di tutti gli altri.
Cristianesimo: una religione dove splende il dolore, soffrire è una virtù e godere un vizio.
Gli esseri umani si differenziano anche per la quantità e la qualità delle domande che pongono agli altri e a se stessi.
II mettere insieme e il vedere insieme cose normalmente sparse che hanno qualcosa in comune è una misteriosa fonte di piacere.
Psicologia e filosofia sono per me così intricate e interdipendenti che ritengo necessarie una filosofia della psicologia e una psicologia della filosofia.
La fratellanza scaturisce dall'essere figli degli stesso padre, sudditi dello stesso dominatore, allievi dello stesso maestro, o nemici dello stesso nemico.
Una religione può essere usata nel rapporto tra due umani come presunto giudice, alleato, difensore, protettore, contro le pretese indesiderate dell'altro.
È impossibile non comunicare al nostro interlocutore, mediante il linguaggio non verbale, i nostri sentimenti e le nostre opinioni sulla sua persona e le sue idee.
Il problema non è quanto i dati narrati dalle religioni siano veri o falsi (sono ovviamente falsi), ma quanto faccia bene o male all'umanità credere che siano veri.
L'uomo è sempre impegnato ad affermare e confermare la propria identità sociale, sia mentre interagisce con altri, sia quando è solo, in attesa dei prossimi incontri.
A differenza degli altri animali, l'uomo non può sopravvivere senza maestri di vita. Infatti, la qualità della sua vita dipende molto dalla qualità dei maestri da cui viene istruito.
Non solo la maggior parte della gente non mette in discussione il proprio comportamento e non si fa domande sulla propria natura, ma vede con sospetto o ostilità chi fa tali cose.
Se fossimo capaci di modificare la nostra mente a volontà e a piacere, probabilmente ci distruggeremmo o impazziremmo a causa della nostra ignoranza sulla fisiologia della mente stessa.
Ogni cosa che avviene non casualmente ha un senso, ovvero è causata da certe leggi e/o da certe logiche. Compito della filosofia è capire il senso delle cose che avvengono non casualmente.
Quando per una persona una certa parola ha una connotazione emotivamente negativa, è molto difficile trasformare quella connotazione in positiva o neutra mediante argomentazioni logiche.
Vedendo una persona (nella realtà o nei media) chiedersi: che rapporto c'è tra questa persona e me? Chiedersi la stessa cosa vedendo un oggetto, un ambiente, un simbolo, o leggendo un testo.
Pragmatismo in sintesi: Non importa ciò che siamo, ma ciò che facciamo, ovvero come interagiamo col resto del mondo, e come soddisfiamo i bisogni e i desideri della nostra persona e quelli altrui.
Per capire la realtà abbiamo bisogno di modelli astratti di fenomeni. Infatti capire un fenomeno significa associare un certo avvenimento ad un certo modello, cioè ad una certa classe, di fenomeni.
Un essere umano si comporta in un certo modo perché si aspetta di ricavarne un piacere o un vantaggio, oppure perché ha paura di ricavare un dolore o uno svantaggio non comportandosi in quel modo.
Gli umani possono grosso modo essere divisi in due categorie rispetto alle regole della convivenza sociale: coloro che cercano di adattarsi alle regole, e coloro che cercano di adattare le regole a se stessi.
Nulla è irrazionale, perché ogni cosa, ogni comportamento ha le sue ragioni. Se qualcosa o qualcuno ci sembra irrazionale è perché non capiamo le sue ragioni a causa della nostra ignoranza o scarsa intelligenza.
Dato che siamo geneticamente uguali ai nostri antenati di 20000 anni fa, si può affermare che i nostri bisogni innati siano gli stessi dell'uomo di allora, e che tutti gli altri bisogni dell'uomo odierno siano indotti dalla cultura in cui vive.
Se è vero che l'uomo è un animale sociale, esso ha una profonda paura (conscia o inconscia) di essere escluso dalla società. Infatti gran parte del suo comportamento è motivato dalla ricerca della sicurezza contro il rischio dell'esclusione sociale.
Per ognuno sono importanti non solo le proprie appartenenze ma anche quelle altrui, anzi, è importante il confronto tra tali appartenenze. Inoltre ognuno, se potesse, cercherebbe di cambiare non solo le proprie appartenenze, ma anche quelle altrui.
La competizione tra umani può assumere forme paradossali. Infatti alcuni competono per dimostrare di essere più sottomessi, più obbedienti, più servizievoli, più disciplinati e più umili di altri. Lo fanno per ottenere dei compensi o dei privilegi sociali o divini.
Ci sono cose in me che mi comandano, mi castigano, mi premiano, producendo emozioni più o meno piacevoli o dolorose. Tra di esse ci sono soprattutto i ricordi delle persone che ho incontrato nella realtà o sulla carta. E ogni nuovo incontro rievoca incontri precedenti.
Se qualcuno ricompensasse delle persone solo per imitare gesti di sua invenzione privi di qualunque significato, dopo un certo numero di giorni molte di quelle persone sentirebbero il bisogno e il piacere di imitare altri gesti, e alcuni vi troverebbero dei significati interessanti.
Da quando nasce a quando muore, l'uomo non fa altro che cercare il modo di soffrire di meno e godere di più, in tutte le possibili forme del dolore e del piacere. Da tale bisogno derivano tutte le sue opere, attività, comportamenti, costumi, filosofie, gusti, arti, narrazioni, ragioni ecc.
Siamo sempre condizionati e influenzati dall'ambiente esterno e da quello interno in cui ci troviamo. L’ambiente esterno è costituito dalle persone e cose con cui interagiamo, quello interno dai contenuti della nostra mente. I due ambienti interagiscono anche a nostra insaputa e anche se non lo vogliamo.
Ogni messaggio, ogni espressione, ogni azione, ogni reazione che avvengono tra esseri umani, sono causati da leggi fisiche e biologiche, motivazioni, emozioni, logiche e casualità, tutte cose che la psicologia dovrebbe aiutarci a rilevare. Infatti la psicologia è la ricerca delle cause nascoste del comportamento umano.
L'insegnamento che ho tratto da Emil Cioran è quello di uno scetticismo sistematico come unica possibilità di sfuggire a qualsiasi forma di conformismo, tranne a quella costituita dallo stesso scetticismo, quando diventa di maniera. Tuttavia sono scettico sulla possibilità di essere immuni dal conformismo senza disumanizzarsi.
L’individuo senza gli altri, senza una società, senza una cultura, non vale nulla, non conta nulla, non può sopravvivere, non può soddisfare i suoi bisogni e non può essere felice. Noi esseri umani siamo tutti interdipendenti, dall’inizio alla fine della nostra vita. In tal senso, nessuno di noi è libero, se non per brevi intervalli di tempo.
La coscienza serve (o dovrebbe servire) al corpo, cioè all'organismo, come qualsiasi altro organo, a partire dalle cellule. Tuttavia una coscienza può impazzire, nel senso che può smettere di servire l'organismo che la ospita, e svilupparsi indipendentemente, come una cellula tumorale, cosa che può condurre a malattie o alla morte dell'organismo stesso.
La psicologia dovrebbe studiare le logiche consce e inconsce con cui un essere umano si relaziona e interagisce con gli altri, con se stesso e con il resto del mondo, per soddisfare i suoi bisogni e i suoi desideri. La psicoterapia dovrebbe fornire ai suoi utenti strumenti pratici e consulenza per migliorare le logiche di soddisfazione dei propri bisogni e dei propri desideri.
Non solo ci sentiamo spinti ad imitare gli altri (e spesso siamo indecisi sui modelli da scegliere), ma percepiamo gli altri sempre come somiglianti a certi "modelli di umanità". Infatti ci sentiamo a disagio se non riusciamo a capire quali sono i modelli che gli altri imitano, ovvero a quali gruppi sociali e tipi psicologici gli altri appartengono. Siamo prigionieri degli stereotipi della nostra cultura.
Il pensiero di Vilfredo Pareto (in particolare i concetti di “Azioni non logiche”, “Residui” e “Derivazioni”) corrisponde bene alle mie opinioni sul divario tra le "vere" motivazioni umane (normalmente censurate e rimosse in senso psicoanalitico) e quelle "dichiarate" che sono, a mio avviso, razionalizzazioni e giustificazioni (normalmente mistificate, più o meno fantasiose e vaghe) di quelle vere.
Quando due persone si incontrano ognuna si presenta consciamente o inconsciamente all'altra in un certo modo, ognuna si definisce, qualifica e racconta usando certe parole, gesti, abbigliamento, ognuna dice all'altra "io sono così, da me ti puoi aspettare certe cose e non altre, io interagisco in un certo modo, ti considero in un certo modo e ti propongo un certo tipo rapporto e di interazioni. E tu?".
L'io deve salire di livello rispetto al resto della mente, ovvero al resto del software che ci governa. Non deve perciò dire "io voglio x e non voglio y", ma "il mio software vuole x e non vuole y". Non deve dire "io e te non siamo d'accordo, ma i nostri software non sono d'accordo. Non "io amo x", ma "il mio software ama x". Non "io odio y", ma "il mio software odia y". Non "io penso x", ma "il mio software pensa x".
L'uomo ha bisogno di modelli da seguire e di autorità a cui sottomettersi, senza i quali non saprebbe comme cooperare con i suoi simili. La creatività consiste nella capacità di creare nuovi modelli e nuovi principi di autorità, o di modificare in misura più o meno grande i modelli e i principi precedenti. La libertà non è creativa in sé, ma è necessaria per permettere i cambiamenti, come difesa contro il conservatorismo.
Quando vediamo l'immagine (reale o virtuale) di una persona, automaticamente e inconsapevolmente ci facciamo un'idea di quanto essa sia contenta o scontenta, soddisfatta o insoddisfatta, amichevole o ostile, calma o irritata, generosa o avida, vincente o perdente, nociva o innocua, e di conseguenza ci sentiamo attratti o repulsi da essa in quanto persona, e dalle cose che essa rappresenta, che mostra di possedere o a cui appartiene.
La cosa più importante per un animale sociale come l'uomo non è la conoscenza della verità scientifica o religiosa, ma la capacità di interagire utilmente con un sufficiente numero di persone, perché da ciò dipende la sua sopravvivenza e la soddisfazione dei suoi bisogni e desideri. Tale capacità si apprende euristicamente attraverso tentativi ed errori, l'educazione, la cultura e, in qualche raro caso, la conoscenza teorica della natura umana.
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