5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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Siamo compositori e ripetitori di parole.
Dobbiamo ammettere di aver paura di dispiacere agli altri.
Religioni e ideologie sono importanti fattori del potere politico.
Il ridere è causato dall'improvvisa diminuzione di un'inquietudine.
I credenti nelle fake news considerano fake news le denunce di fake news.
Se ti dicessi sinceramente ciò che penso di te, ti offenderesti e mi offenderesti.
Le interazioni dipendono dalle relazioni e le relazioni dipendono dalle interazioni.
Quanto meno una persona è razionale, tanto meno essa apprezza la razionalità altrui.
Una comunità può essere basata sul comune credere in un comune insieme di falsità.
Ogni disordine è relativo ad un certo ordine, è la differenza rispetto ad un certo ordine.
Le idee esistono in quanto idee, ma le cose che esse indicano sono in molti casi inesistenti.
Il nostro bisogno di condivisione è talmente forte che condividiamo anche le cose più stupide.
Un piccolo spazio/tempo pieno di cose interessanti è più ricco di un grande spazio/tempo vuoto.
L'uomo fa di necessità virtù, e di virtù difetti, specialmente quando le virtù non sono necessarie.
Il desiderio di un certo tipo di oggetto precede il desiderio di un oggetto particolare di quel tipo.
L'animo non è unitario, ma è fatto a strati, che a volte non si conoscono, si ignorano e confliggono.
Non possiamo criticare impunemente la società in cui viviamo, ovvero le persone con cui interagiamo.
I nostri organismi interagiscono con i loro ambienti per conservarsi e riprodursi, finché non si disgregano.
Il particolare è concreto, il generale astratto. E ad ogni livello di astrazione si perde qualcosa di concreto.
Il conformista teme di avere idee diverse da quelle altrui, e che gli altri abbiano idee diverse dalle proprie.
A poco valgono "virtute e canoscenza" se non si hanno buone relazioni con un sufficiente numero di persone.
Una delle principali attività dei livelli superiori della mente consiste nella gestione dei conflitti interni ed esterni.
È facile seguire le idee di autori famosi, difficile seguire le idee di autori poco noti, difficilissimo avere idee originali.
Un'intelligenza vivace ha sempre bisogno di nuovi stimoli, nuove forme, e mal sopporta le ripetizioni e ciò che è amorfo.
Abbiamo bisogno di parlare con qualcuno, e, se non troviamo nessuno con cui parlare, leggiamo o parliamo con noi stessi.
Ogni umano ha bisogno di "giocare" con altri umani. Si tratta di stabilire a quali giochi (con quali regole e libertà) e con chi.
L'interazione tra umani può avere un fine, ma può anche essere fine a se stessa, ovvero soddisfare il bisogno di interazione ed essere fonte di piacere.
Quando proviamo piaceri o dolori non sappiamo quali siano le rispettive cause, ma le attribuiamo alle situazioni nelle quali i piaceri e i dolori si presentano.
A volte noi umani diamo un senso in ciò che non ha senso, non diamo un senso in ciò che ha una senso, e diamo un senso diverso da quello vero a ciò che ha un senso.
Chi ha stabilito che l'uomo ha più diritti di una cane, di un elefante, di una formica? Non certo Dio, né la natura, ma l'uomo, e lo ha fatto per favorire i propri interessi.
Credo in un Dio non senziente, cioè incosciente e senza sentimenti. Se sbaglio, Lo sfido a punirmi per le mie bestemmie e i miei sacrilegi. Ma che sia Lui a punirmi, non qualcuno dei suoi fan.
C'è una notevole differenza tra usare una cosa che si possiede da tanto tempo e usare una cosa appena ottenuta. Il secondo caso ha il sapore di una grazia o di una conquista, ovvero di un successo.
Nel rapporto tra due umani, ognuno di essi dovrebbe chiedersi: che cosa il mio interlocutore gradirebbe che io gli dicessi o gli facessi? E che cosa io gradirei che il mio interlocutore mi dicesse o mi facesse?
Caro corpo, cosa posso fare per te? Di cosa hai bisogno? Cosa desideri? Peccato che tu non possa parlare per rispondere a queste domande. Mandami qualche segnale che io possa decifrare, e cercherò di soddisfarti.
Quando due umani si incontrano (realmente, virtualmente o col pensiero) essi negoziano, rinegoziano o confermano (consciamente o inconsciamente) i ruoli e i livelli gerarchici reciproci che regoleranno le loro prossime interazioni.
Un proverbio dice che "il medico pietoso fa la piaga puzzolente". Lo stesso si potrebbe dire del filosofo e dello scienziato in cerca della verità, perché questa non ha nulla a che vedere con la pietà, né con la bontà, né con la bellezza.
Libertà è non sottomettersi ad alcuna disciplina e non rispettare alcuna regola, alcun limite, alcuna autorità. Ma è anche la facoltà di scegliere l’autorità o la disciplina a cui sottomettersi, vale a dire la facoltà di rinunciare alla propria libertà.
Ad una persona si può augurare il bene o il male. Augurarle il bene (buon giorno, buona vacanza, buone feste ecc.) significa desiderare il suo bene, ovvero volerle bene. Insomma, dire sinceramente a qualcuno "buon xyz" significa dirgli "ti voglio bene".
Ogni cultura è piena di narrazioni a cui vengono dati significati spesso totalmente arbitrari, infondati, variabili e volatili, la cui condivisione è tuttavia fattore di coesione sociale, indipendentemente dal loro reale significato o dall'assenza di significato.
Ho sfidato il mio super-io e adesso mi aspetto le sue subdole, ostili e morbose reazioni "per il mio bene" cioè per proteggermi dal rischio di essere espulso dalla comunità. Ma sarò vigile e saprò scoprire e respingere ogni suo tentativo di boicottare la mia libertà.
La conoscenza dovrebbe servire a prevedere il futuro date certe caratteristiche del presente e certe ipotesi progettuali. Se uno non riesce a prevedere il futuro nonostante le sue conoscenze, vuol dire che quelle conoscenze non sono buone e/o non sono sufficienti.
Io credo che "amare se stessi" o "piacere a se stessi" sia solo un'illusione. Credo infatti che noi possiamo amare solo gli altri e desiderare di essere amati da essi, e quando ci sentiamo degni di essere amati, scambiamo tale sentimento per amore per noi stessi o piacere a noi stessi.
Un modo molto usato e facile di criticare qualcuno è quello di attribuirgli pensieri e intenzioni criticabili interpretando in modo arbitrario e tendenzioso le sue parole e/o il suo comportamento, senza preoccuparsi di averlo capito bene, anzi assumendo di averlo capito perfettamente.
L'intelligenza artificiale è sgradevole e spaventosa per molti perché svilisce la loro intelligenza e istruzione, perché dimostra che una macchina può pensare, scrivere, argomentare, risolvere problemi, programmare meglio di loro. È un affronto alla propria autostima e la paura di divenire sempre più irrilevanti.
Ogni messaggio è una richiesta o la risposta ad una richiesta, e ogni richiesta è una richiesta di appartenenza. La richiesta può essere un comando o una supplica. Il messaggio può essere del tipo «ti chiedo di (non) appartenere a Y» oppure del tipo «ti chiedo di accettare che io (o una certa cosa X) (non) appartenga a Y».
Il fatto che le coscienze siano modificabili e manipolabili (attraverso anestesie, droghe, ipnosi, educazione, propaganda, esperienze in generale, ecc.) dovrebbe farci dubitare dell'affidabilità, del potere e della libertà delle coscienze stesse, a cominciare dalla propria. La coscienza, come il cervello, ha plasticità e rigidità.
È l'inconscio che stabilisce per primo cosa sia per noi conveniente o sconveniente, e ce lo dice scatenando le emozioni di attrazione e repulsione sulla base del suo giudizio, che noi subiamo. Per esempio, per l'inconscio è sconveniente qualsiasi comportamento che rischia di isolarci socialmente, di farci escludere dalla comunità, di farci disapprovare.
L'uomo tende ad obbedire ai suoi simili, ovvero a fare quanto gli viene richiesto. Il motivo di questa tendenza, a mio parere, si trova nel bisogno di interazione. In quanto animali sociali, ovvero interdipendenti, abbiamo bisogno (un bisogno primario, ovvero genetico) di interagire frequentemente con altri umani e l'obbedienza è un ottimo tipo di interazione.
Per imparare qualcosa da una discussione dovremmo salire di livello, passare dalla discussione alla metadiscussione, cioè discutere sul nostro modo discutere. Ma questo richiederebbe un approccio sistemico e psicologico autocritico, che per i più è impossibile. Nel frattempo continuiamo a discutere non per imparare o per costruire un movimento collettivo, ma per competere e/o per socializzare.
La cosa più importante per un animale sociale come l'uomo non è la conoscenza della verità scientifica o religiosa, ma la capacità di interagire utilmente con un sufficiente numero di persone, perché da ciò dipende la sua sopravvivenza e la soddisfazione dei suoi bisogni e desideri. Tale capacità si apprende euristicamente attraverso tentativi ed errori, l'educazione, la cultura e, in qualche raro caso, la conoscenza teorica della natura umana.
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