5308 aforismi scelti a caso da un totale di 5308, e ordinati per lunghezza
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Psicoterapeuta: amico in affitto.
L'arte è un oggetto di condivisione.
Siamo tutti schiavi, ma pochi lo sanno.
Interagire implica servire e farsi servire.
Ognuno è esperto delle proprie esperienze.
Cosa vogliono gli altri da noi? Che siamo loro utili.
Ogni concetto consiste in una combinazione di altri concetti.
Essere approvati da persone che disapproviamo è imbarazzante.
La storia di ciascuno ha avuto inizio da un miscuglio casuale di geni.
Ognuno condivide qualcosa con qualcuno. Io cosa condivido, e con chi?
Sulla natura umana c'è ancora tanto da scoprire, da imparare, da capire.
Il modo in cui siamo valutati dipende dal modo in cui valutiamo, e viceversa.
La felicità è una continua sfida, continuamente, e mai definitivamente, vinta.
Di un oggetto si può desiderare il possesso esclusivo o la condivisione con altri.
Nelle scienze umane non vi sono certezze, ma solo ipotesi, metafore e tentativi.
Per governare una nazione, un'organizzazione o una famiglia non basta essere onesti.
Anche il rifiuto di credere che siamo governati da algoritmi è il risultato di un algoritmo.
Cristo fu condannato a morte perché disturbava. Lo stesso è accaduto a tanti altri disturbatori dell'ordine costituito.
Una soluzione che non tiene conto di tutti gli aspetti di un problema rischia di aggravarlo o di creare nuovi problemi.
Nella misura in cui siamo empatici ciò che piace agli altri piace anche noi e ciò che fa male agli altri fa male anche noi.
Non possiamo obbligare nessuno ad ascoltarci, se non con la forza. Possiamo tuttavia cercare di rendere attraente ciò che diciamo.
Ciò che è accaduto non poteva accadere diversamente date le circostanze. Tuttavia le circostanze possono cambiare o essere cambiate.
Grazie ai social network siamo tutti giornalisti, e ognuno è moralmente responsabile delle notizie che diffonde, non importa se originali o copiate.
Luogo comune non sempre vero, ma spesso: la donna cerca i legami, l'uomo la libertà dai legami. Perciò l'uomo e la donna sono spesso in conflitto d'interessi.
Se uno spirito ti dicesse che in futuro non potrai avere nulla di più di quanto già possiedi, ma alcune cose in meno, che faresti? Come vivresti? Saresti infelice?
Se la filosofia servisse ad aumentare la felicità, gli esperti di filosofia dovrebbero essere più felici dei non esperti. Ma non è sempre così, anzi quasi mai è così.
Dato che per sopravvivere e soddisfare i nostri bisogni abbiamo bisogno della cooperazione degli altri, abbiamo bisogno di adattarci ad essi in qualche modo e misura.
Nel rapporto tra due umani, ognuno di essi dovrebbe chiedersi: che cosa il mio interlocutore gradirebbe che io gli dicessi o gli facessi? E che cosa io gradirei che il mio interlocutore mi dicesse o mi facesse?
Tra la realtà reale e la realtà percepita dalla mente umana c'è una differenza abissale. La mente contiene una piccola mappa della realtà, costruita dall'uomo con tutti gli errori, le omissioni e le falsità del caso.
Per essere amati e rispettati bisogna fare qualcosa per meritarlo, fare in modo che l'altro ci ami e ci rispetti, indurlo ad amarci e rispettarci, influenzarlo in tal senso. Amore e rispetto non sono gratuiti né incondizionati.
Tra inconscio e coscienza cè competizione per l'autogoverno della persona. Di solito vince l'inconscio, semplicemente perché è il più forte e può manipolare la conscienza, mentre questa non riesce a manipolare l'inconscio.
La diffusione di fake-news più o meno mascherate da buone intenzioni è un virus che attacca le menti, si replica e danneggia la società. E’ un dovere morale denunciare tale fenomeno e coloro che ne sono responsabili attivi o passivi.
Ho fatto cose che oggi non farei, ho detto cose che oggi non direi, ho pensato cose che oggi non penserei, farò cose che oggi non farei, dirò cose che oggi non direi, penserò cose che oggi non penserei. La mia identità è cambiata e continuerà a cambiare.
Questa è la legge della vita: chi non è adatto ad un certo ambiente deve (1) emigrare in un ambiente più favorevole, (2) cambiare l'ambiente per adattarlo a sé, (3) cambiare se stesso per adattarsi all'ambiente, (4) estinguersi, o (5) praticare una combinazione di tali strategie.
Da quando nasce a quando muore, l'uomo non fa altro che cercare il modo di soffrire di meno e godere di più, in tutte le possibili forme del dolore e del piacere. Da tale bisogno derivano tutte le sue opere, attività, comportamenti, costumi, filosofie, gusti, arti, narrazioni, ragioni ecc.
Domanda da fare all'interlocutore quando una discussione diventa sterile: "secondo te, il mio pensiero e il tuo sul tema in oggetto (1) sono contraddittori e quindi incompatibili,(2) sono entrambi validi e quindi si completano, o (3) si ignorano reciprocamente come se ciascuno ritenesse l'altro irrilevante?"
Perché ci chiediamo il perché delle cose? Per lo stesso motivo per cui cerchiamo di conoscere il mondo in cui viviamo. Infatti la conoscenza consiste nel comprendere le cause e le conseguenze dei fenomeni, i quali sono le forme delle cose. Uno dei bisogni umani fondamentali è il bisogno di conoscenza.
Aver bisogno di una certa cosa comporta il bisogno di assicurarsela. Così, aver bisogno degli altri comporta il bisogno di assicurarsi il loro favore. Tale assicurazione può darla solo una continua frequentazione degli altri, nella speranza di ricevere da essi segni di rispetto, approvazione, amicizia e solidarietà.
Ogni essere umano, per sopravvivere e per soddisfare i suoi bisogni, ha bisogno della cooperazione (volente o nolente) di un certo numero di altri esseri umani, e di tutto ciò che può essere utile per ottenerla e mantenerla Allo stesso tempo ha bisogno di evitare tutto ciò che può ostacolare o diminuire tale cooperazione.
Siamo tutti servi e padroni, sia perché ognuno deve rispondere ad altri del proprio operato, sia perché nell'interazione tra due persone ognuna fa richieste all'altra e risponde a quelle altrui, cioè ognuna dà e riceve qualcosa. Nel dare siamo servi (perché serviamo l'altro), nel ricevere padroni (perché ci serviamo dell'altro).
Molti discorsi servono solo a stabilire ciò che è buono e ciò che è cattivo, ciò che è bello e ciò che è brutto, ciò che è vero e ciò che falso, ciò a cui si deve ubbidire e ciò a cui ci si deve ribellare, senza spiegare perché una cosa sia più o meno buona o cattiva, bella o brutta, vera o falsa, oggetto di obbedienza o di ribellione.
Da quando esiste, la religione cattolica (come altre) si arroga il diritto di stabilire quando un piacere (come ad esempio quello sessuale) o una violenza (come ad esempio il rogo di una persona o una guerra) siano leciti. Per contro, per i cattolici il dolore e il subire violenze sono sempre leciti, anzi, costituiscono un credito per ottenere il paradiso.
Chi considera sacra una certa cosa e investe la propria esistenza e i propri rapporti sociali sulla base di quella sacralità, si sente offeso, ovvero aggredito, da chi afferma che quella cosa è falsa, non ha alcun valore, non ha alcuna importanza o è nociva, e reagisce di conseguenza, come si reagisce quando si subisce un'aggressione, o quando viene messa in pericolo la propria esistenza.
Il lato tragico della vita umana è che ognuno ha bisogno di qualcuno, ma nessuno ha necessariamente bisogno di alcuna persona particolare, perché siamo tutti sostituibili. Perciò ognuno di noi vive col timore (conscio o inconscio) di essere sostituito. Un certo sollievo a tale timore può venire dal poter sostituire qualcuno con cui si è in relazione, nel caso in cui si sia desiderati da più persone.
Il libero arbitrio, se esiste, consiste nella capacità di scegliere se seguire o no le proprie motivazioni, se andare avanti guidati dai propri demoni o fermarsi, se assecondare certi automatismi o arrestarli, o, per essere più precisi, decidere quali automatismi consentire e quali inibire. Perché, in ogni caso, qualunque cosa facciamo è il risultato dell'azione di uno o più automatismi, consci o inconsci.
Essere umili significa ammettere che vi siano disuguaglianze di valore tra gli esseri umani, e di valere meno di altri. Perciò non ha senso qualificare come umile una persona superdotata che nasconde le sue doti dietro una modestia di maniera. In ogni caso l'umiltà è sempre relativa alle persone con cui ci si paragona, nel senso che si può essere umili verso alcuni e allo stesso tempo presuntuosi verso altri.
Cosa vogliono gli altri da me? Che io compri i loro prodotti, che segua i loro consigli, che creda alle loro spiegazioni, che stia in un posto che non dia loro fastidio, che non li critichi, che li rispetti, che li stimi, che li ami, che li aiuti o li serva quando hanno bisogno di aiuto o di un servizio, che stia dalla loro parte quando essi sono in contrasto con qualcuno, e che non chieda loro nulla che non siano disposti a darmi.
Se è vero, come io penso, che l’uomo abbia un profondo bisogno di appartenere a cose più grandi, più forti e più durature di se stesso, allora c’è da aspettarsi che egli provi un grande piacere quando tale appartenenza si realizza (realmente o illusoriamente, oggettivamente o immaginariamente, fisicamente o logicamente), e che provi una grande sofferenza quando tale appartenenza si dissolve o viene negata da altri umani.
Le interazioni tra esseri umani non sono casuali, ma seguono certe logiche che risiedono nelle rispettive menti. Tali logiche, che evolvono con le esperienze e con l'apprendimento del soggetto, coinvolgono e riguardano le sue cognizioni, i suoi sentimenti e le sue motivazioni. La psicologia dovrebbe occuparsi principalmente di decifrare queste logiche nell'uomo in generale, in gruppi e tipi di persone, e in individui particolari.
Quando pensiamo ad una certa cosa (oggetto, persona, idea ecc.) abbiamo automaticamente certe aspettative (consce o inconsce) in relazione ad essa. Vale a dire che da quella cosa ci aspettiamo certi effetti più o meno piacevoli o spiacevoli, e proviamo sentimenti anticipatori coerenti con gli effetti attesi. Quelle aspettative possono essere più o meno realistiche, perciò conviene chiedersi: cosa mi aspetto da quella cosa? Quanto sono fondate e realistiche quelle aspettative?
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