85 di 4745 aforismi scelti a caso e ordinati per lunghezza
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Amare è apprezzare.
Ognuno valuta ogni altro.
Io valuto te, tu valuti me.
L'autostima si deve meritare.
Quanto valgo? Per chi? Perché?
Non esistono valori, ma valutazioni.
Per la persona depressa nulla ha valore.
Ci sono priorità fisse e priorità variabili.
L'uomo dà valore a ciò che lo valorizza.
A valuta B in funzione di come B valuta A.
L'uomo è soggetto oggetto di valutazione.
Ognuno è soggetto e oggetto di valutazioni.
I miei valori e il mio valore sono interconnessi.
Metavalutazione: valutazione di una valutazione.
È in tempi di crisi che si misura il valore delle persone.
Ognuno valuta ogni altro più o meno rispetto a ogni altro.
Il valore di una persona per gli altri determina il suo status.
Studiare i valori è anche un modo per valorizzare se stessi.
Ogni umano valuta gli altri in funzione dei propri interessi.
L'uomo valuta gli altri in funzione di come si sente valutato.
Sacro è ciò a cui si attribuisce un valore assoluto e indiscutibile.
Misurare la qualità è molto più difficile che misurare la quantità.
Agli umani piace parlare male di altri umani. Li fa sentire migliori.
Quanto vale un essere umano? Il valore che gli altri gli attribuiscono.
Cerchiamo i difetti in chi ci è antipatico, i pregi in chi ci è simpatico.
Che effetto avrà ciò che sto facendo nel modo in cui gli altri mi trattano?
Di ogni cosa e persona dovremmo chiederci: quanto vale? Per chi? Perché?
Tutti i valori sono negoziabili e negoziati (consciamente o inconsciamente).
Il modo in cui siamo valutati dipende dal modo in cui valutiamo, e viceversa.
Quanto più una cosa o una persona ci valorizza, tanto più noi la valorizziamo.
Gli umani fanno di tutto per mantenere o aumentare il proprio valore per gli altri.
Gli altri mi valutano non per ciò che io sono per me, ma per ciò che io sono per loro.
Giudicare, criticare, amare odiare, apprezzare, disprezzare, sono forme di valutazione.
Una valutazione positiva non confermata periodicamente equivale ad una svalutazione.
Quanto più una cosa favorisce l'interazione sociale soddisfacente, tanto più essa ha valore.
Ogni racconto è una mappa in cui sono indicate cose, persone, i loro valori e il proprio valore.
Ognuno qualifica, valuta, giudica ogni altro, ed è qualificato, valutato, giudicato da ogni altro.
Non posso apprezzare chi non mi apprezza, e non posso essere apprezzato da chi non apprezzo.
Siamo tutti consciamente o inconsciamente preoccupati del valore che gli altri ci attribuiscono.
Un simbolo, una frase, un'immagine, quanto più sono ripetuti e diffusi, tanto più acquistano valore.
L'understatement è l'arte di non fare pesare le proprie doti, il proprio valore, le proprie superiorità.
Il valore di una cosa per un essere umano consiste nella capacità della cosa, di soddisfare i bisogni propri o altrui.
Siamo qualificati, valutati e giudicati non per ciò che siamo e che facciamo, ma per ciò che di noi appare agli altri.
Ogni volta che una persona ne incontra un'altra, ciascuna di esse si sottopone alla valutazione e al giudizio dell'altra.
Quanto valgo io per X? Quanto vale X per me? In cosa consiste il mio valore per X? In cosa consiste il valore di X per me?
Quando si è vecchi come me, la probabilità di incontrare persone migliori di quelle già incontrate è praticamente nulla.
Il valore di un'entità conoscibile dipende dallo schema mentale in cui essa viene collocata. In tal senso ogni valore è relativo.
Non esistono valori assoluti. Il valore di una cosa è sempre relativo a qualche fine, ovvero varia a seconda del fine considerato.
Una cosa che ogni umano si chiede (consciamente o inconsciamente) è: Che posso fare per farmi apprezzare maggiormente dagli altri?
Qualsiasi cosa facciamo o non facciamo ci qualifica agli occhi degli altri, e tale qualifica condiziona il comportamento altrui verso di noi.
Trovo noiosi i discorsi che danno per scontati certi valori. Per me nessun valore è scontato, e lo stesso concetto di valore è problematico.
In quanto umani, non siamo chiamati a scegliere tra dionisiaco e apollineo, né tra estetica ed etica, ma a conciliare questi modi di vivere.
Chi attribuisce un valore a qualcosa o a qualcuno, attribuisce almeno in parte un valore anche a se stesso in quanto arbitro e valorizzatore.
La cooperazione tra persone è condizionata dalla condivisione di valori, cioè di opinioni su cosa sia più desiderabile e cosa meno desiderabile.
La qualità della relazione tra due persone dipende soprattutto dalla concordanza e dalla compatibilità del valore che essi attribuiscono alle varie cose.
Il valore che attribuiamo ad una cosa dipende dal valore che attribuiamo alla struttura alla quale quella cosa appartiene nella nostra visione del mondo.
Molti media, assecondando i desideri del pubblico, spiegano ciò che la gente fa, ma non perché lo fa, né se ciò che fa sia giusto, né se sia migliorabile.
Il significato e il valore di qualsiasi cosa non sono intrinseci alla cosa, ma dati dal suo contesto. Infatti cambiando contesto cambiano il significato e il valore.
Ci sono cose che per me non hanno alcun valore, o hanno un valore negativo, mentre per altri hanno un valore positivo, e viceversa. Questo fatto mi disturba.
Non c'è nulla che sia sempre e comunque buono. In ogni situazione il valore di ciascuna cosa dipende dalla situazione stessa. Insomma, ogni valore è relativo.
Il messaggio nascosto nella pubblicità è "io valgo più di tanti grazie a questo prodotto". Oppure "il possesso di questo prodotto aumenta il valore del proprietario".
Molti non sanno distinguere il valore dal prestigio, nel senso che attribuiscono valore solo a ciò che è prestigioso, cioè solo a ciò a cui molti altri attribuiscono valore.
Ogni umano è motivato ad appartenere a cose di valore e a possedere cose di valore, secondo i valori tipici delle comunità a cui appartiene o a cui vorrebbe appartenere.
Quando si parla di valori è impossibile non fare confronti tra ciò che vale di più e ciò che vale di meno, siano le cose confrontate animate o inanimate, oggetti o persone.
In cosa pensi di essere superiore alla media? In cosa inferiore? Non dirlo, pensalo soltanto, perché dalla risposta dipende gran parte del tuo carattere e del tuo comportamento.
Le cose che un umano possiede (beni materiali e spirituali) hanno un valore intrinseco (personale) e un valore di mercato, entrambi variabili. La loro variabilità è causa di ansia.
Così come chi investe in borsa si informa sui prezzi correnti dei vari titoli finanziari, cosi chi investe in relazioni sociali si informa sul valore corrente delle varie persone per gli altri.
Certi comportamenti sono valutati come leciti in certi contesti, e come illeciti in altri contesti. Insomma, il contesto è più importante del comportamento, in quanto ne definisce il valore.
Nessuna cosa è buona o cattiva in sé. Infatti il valore di una cosa è relativo ai vantaggi e agli svantaggi che essa reca a coloro che ne fanno uso, che la possiedono o che ad essa appartengono.
La qualità delle interazioni tra due persone dipende molto dalla qualità e dalla misura delle rispettive valutazioni di cose e persone, cioè da quanto tali valutazioni sono concordanti o discordanti.
La gente non ama coloro che attribuiscono a se stessi titoli o valori. La gente vorrebbe che valori e titoli fossero assegnati a furor di popolo o da istituzioni autorizzate dalla società ad esercitare tale funzione.
Due persone possono avere valori concordanti, indifferenti e contrastanti. Dal grado di concordanza / contrasto dei valori perseguiti dalle persone dipende il tipo di relazione e la qualità delle interazioni tra le persone stesse.
Se una cosa mi appartiene, in virtù di tale appartenenza la mia persona acquisisce di riflesso parte del valore della cosa stessa. Per questo la gente ama ornarsi di gioielli, monili, tatuaggi, opere d'arte, titoli accademici, trofei ecc.
Perché una persona A svaluta una persona B? Per il bene di chi? Spesso (ma non sempre) il motivo è che svalutando gli altri uno cerca di rivalutare se stesso. Sarebbe infatti terribile scoprire di valere meno della maggior parte degli altri!
Il valore di un essere umano è sempre relativo e comparativo. Infatti occorre chiedersi: valore per chi? Che rapporto c'è tra il valore di una certa persona e quello di altre persone? Sono uguali o diversi qualitativamente e quantitativamente?
Ogni nostro oggetto potrebbe essere condiviso o scambiato con qualcuno, e il suo valore sociale coincide con il suo potenziale di condivisibilità, al pari di una moneta, che vale nella misura in cui è riconosciuta e accettata come titolo di credito.
Il valore di ogni oggetto e di ogni informazione consiste nell'uso che se ne può fare per soddisfare il bisogno d'interazione sociale. Infatti, ciò che non si può scambiare, o di cui non si può parlare con altri, non ha valore, o ha una valore negativo.
Kant sbagliava dicendo che l'uomo non deve essere un mezzo, ma solo un fine. Infatti gli umani sono interdipendenti e hanno bisogno gli uni degli altri per soddisfare i loro bisogni ed essere felici. In altre parole, gli altri sono i principali mezzi per la sopravvivenza e il benessere degli uni.
Ogni libro, esplicitamente o implicitamente, valorizza certe cose e certe persone, e ne svaluta altre. Di conseguenza, anche il lettore viene indirettamente valorizzato o svalutato dal libro. Questo fatto è importante nella scelta e nella motivazione del lettore a leggere certi libri piuttosto che altri.
Valutare equivale a misurare, e misurare implica il confronto di una grandezza con una unità di misura. È infatti impossibile valutare qualcosa o qualcuno senza confrontarlo con un modello di riferimento. Ogni valutazione è dunque relativa ad un modello. Cambiando il modello, cambia la valutazione.
Il fatto che uno stesso oggetto sia attraente per una persona A e repellente per una persona B non significa che una delle due persone abbia ragione e l'altra torto, ma che l'attrattività e la repulsività non sono qualità dell'oggetto ma valutazioni (consce o inconsce) da parte delle persone. In altre parole, ogni oggetto è in sé assiologicamente neutro, ossia non ha un valore né positivo, né negativo.
Ogni cosa che facciamo, pensiamo o sentiamo, e che non facciamo, non pensiamo e non sentiamo,  ci qualifica, cioè definisce una nostra appartenenza a certe categorie di umani, valutate in un certo modo dagli altri. In altre parole, ogni cosa che facciamo, pensiamo e sentiamo, e che non facciamo, non pensiamo e non sentiamo, ci conferisce un certo valore o disvalore in quanto persone rispetto ad altre persone.
In senso assoluto ogni cosa o persona è ugualmente importante o ugualmente non importante. In senso relativo una certa cosa o persona può essere più o meno importante relativamente a un certo scopo. È perciò importante sapere distinguere l'ambito dell'assoluto da quello del relativo. In realtà tutto ciò che un essere umano può conoscere è relativo. Pertanto ogni importanza apprezzabile da un essere umano è relativa.
Abbiamo bisogno di sentirci uniti da una reciproca approvazione e benevolenza. Scambiarsi gli auguri di buone feste ci illude in tal senso, ma l'illusione dura poche ore e poi ci sentiamo di nuovo disuniti. Per farci sentire davvero uniti, è necessario qualcosa di più sostanziale e concreto, e precisamente la condivisione di certi valori intellettuali, morali ed estetici, cosa impossibile senza l'appartenenza ad una stessa comunità filosofica.
A mio parere non esistono valori assoluti dato che i valori dipendono dai fini e questi non sono universali. Infatti ognuno può avere fini più o meno diversi da quelli altrui. Di conseguenza, ognuno ha il diritto di ritenere i propri valori più validi di quelli altrui (rispetto ai propri fini), ma non quello di imporre i propri valori o di sanzionare quelli altrui, a meno che non contravvengano leggi stabilite democraticamente. Riassumendo, dobbiamo considerare innanzitutto i fini, poi i valori come strategie per raggiungere i primi. Perciò prima di discutere di valori occorre discutere di fini. Tuttavia molti non sanno distinguere tra valori e fini.
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